AST, Renzi “Accerteremo responsabilità” Camusso “Governo abbassi i manganelli”
AST: interventi di Renzi e Camusso dopo scontro tra polizia e manifestanti. Sempre più teso il rapporto tra il governo e i sindacati, dopo le cariche della polizia avvenute a Roma nel corso della protesta degli operai Ast di Terni.
Stamane Renzi, assieme al ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi e al sottosegretario Delrio, ha incontrato proprio i sindacati per discutere della situazione dei lavoratori umbri. “Accerteremo le responsabilità”, ha affermato il premier riferendosi agli scontri di ieri.
Presente durante l’incontro anche il leader della Fiom Maurizio Landini, come si capisce da una foto pubblicata su Instagram da Filippo Sensi, portavoce di Matteo Renzi. Portare a casa la vertenza Ast, evitando le strumentalizzazioni su Terni. Questo “l’imperativo morale” secondo il premier, che poi ha aggiunto: “Non vogliamo fare a meno dei sindacati nelle trattative sindacali”.
Sugli scontri di ieri “faremo verifiche e poi gli atti saranno conseguenti”. Lo ha garantito il premier Matteo Renzi nell’incontro con le rappresentanze sindacali dell’Ast a Palazzo Chigi. La vertenza della Ast di Terni “va separata dal confronto politico” ha aggiunto il premier che chiede “un confronto serio e nel merito” su Terni. “Non consentirò di strumentalizzare Terni” ha detto il premier.
PARLA ALFANO – “I fatti accaduti ieri – ha spiegato il ministro dell’Interno al Senato – hanno determinato in me la scelta immediata di venire qui e non avere nessuna esitazione a dichiarare che quello di ieri è stato un brutto giorno per tutti”. Alfano ha espresso solidarietà nei confronti dei manifestanti e dei poliziotti feriti duranti gli scontri. “Serve un senso di responsabilità di tutti per evitare una scintilla che rischierebbe di innescare pericolose derive” ha aggiunto il ministro nell’informativa al Senato sottolineando di provare “amarezza per il fatto che una questione centrale come il lavoro stia diventando scenario di contrapposizione tra lavoratori”. “Ci attendono settimane complesse e difficili, siamo di fronte a diverse crisi industriali, a cui il governo sta cercando di far fronte. Vogliamo istituire un tavolo permanente di confronto al Viminale con i sindacati per gestire al meglio le manifestazioni”. Alfano ha assicurato che nessun manifestante è stato denunciato e che nessuno vuole manganellare gli operai. Il ministro ha invitato poi i politici a non cavalcare il disagio occupazionale: “Ciascuna politica faccia uno sforzo di coesione, evitando di cavalcare il disagio occupazionale, strategia che può dare frutti immediati, ma sarebbero frutti avvelenati”.
Intanto, contro il ministro dell’Interno, è in corso a Montecitorio una raccolta firme su una mozione di sfiducia individuale promossa da Sel. Per la presentazione alla Camera, la mozione necessita di 63 firme: il 10% dei parlamentari. Si tratterebbe, in questo caso, del secondo voto di “sfiducia” per Alfano dopo il caso Shalabayeva.
CAMUSSO “DEVE ESSERCI STATO UN ORDINE” – Duro il commento di Susanna Camusso sugli scontri di ieri. Intervenendo telefonicamente a Radio Anch’io su Radio 1, il segretario generale della Cgil ha affermato che “il presidente del Consiglio dovrebbe provare ad abbassare i manganelli dell’ordine pubblico”. “Ho incontrato personalmente i lavoratori dimessi – riferisce, sempre la Camusso, al Fatto Quotidiano -, tutti e due raccontano la stessa cosa: c’è stato un ordine esplicito. Stupisce sempre, del resto, che queste cose possano avvenire per caso. Ci deve essere un ordine”. E alle parole di Pina Picierno sulle presunte tessere false della Cgil, la Camusso replica: “Il mio sentimento prevalente è di parlare delle cose concrete e delle cose da fare. Non mi interessa rispondere al protagonismo di qualcuno”.
LANDINI: NESSUNO VOLEVA ARRIVARE A TERMINI, QUESTURA DICE IL FALSO – “Noi non abbiamo chiesto le dimissioni di nessuno. Noi abbiamo chiesto che venga accertato tutto ciò che è avvenuto e che assolutamente ciò che deve succedere è delle decisioni del Governo e degli organi di Polizia che impediscano che possa risuccedere in qualsiasi situazione quello che è accaduto ieri. Noi lo abbiamo ribadito ieri sera al ministro Alfano e oggi all’incontro con il presidente Renzi. Non è vero ciò che sostiene la Questura di Roma: nessuno di noi ha mai detto che si doveva andare verso la stazione”. Così Maurizio Landini, leader della Fiom, dopo l’incontro di oggi a palazzo Chigi, in merito ai tafferugli avvenuti ieri durante la manifestazione degli operai dell’Ast di Terni. “I video sono chiarissimi: noi siamo stati aggrediti in quella piazza e non abbiamo fatto niente anzi è stato grazie all’intelligenza dei lavoratori e anche nostra che non è successo nulla. Noi abbiamo i feriti, non raccontiamoci storie, di altri non ce ne sono”, ha concluso. La Fiom, in un comunicato, ha infine annunciato uno sciopero generale. “Nell’ambito delle decisioni prese a Cervia dall’Assemblea nazionale della Fiom e come prosecuzione della mobilitazione avviata dalla Cgil con la manifestazione del 25 ottobre”, ha proclamato 8 ore di sciopero generale dei metalmeccanici da svolgersi nel mese di novembre.
BERSANI “PD ABBASSI I TONI CON I SINDACATI” – Ci prova Pierluigi Bersani a placare un po’ gli animi. Ospite di Agorà su Raitre, l’ex segretario del Pd ha detto che è il momento di “darsi una regolata”: “Non mi piace il Pd che usa questi toni con i sindacati, ma il Pd è casa mia”.
ZOGGIA “COINCIDENZA TRA PAROLE SERRA E SCONTRI” – Anche secondo il deputato Davide Zoggia, esponente della minoranza Pd, la reazione delle forze dell’ordine alla protesta degli operai Ast non sarebbe stata casuale. “Alla Leopolda, Davide Serra – afferma Zoggia, intervistato dal Corriere della Sera – dice cose gravi e inaccettabili sul diritto di sciopero e poi, tre giorni dopo, che succede? Succede che i poliziotti vedono gli operai, abbassano la visiera del casco e caricano…”. Per il deputato democratico “è inevitabile pensare a certe coincidenze”.