Partiti vicini al baratro: nel 2013 perdite per 82 milioni

Pubblicato il 31 Ottobre 2014 alle 11:44 Autore: Antonio Atte
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Profondo rosso per i conti dei maggiori partiti italiani, che hanno chiuso il 2013 con perdite per 82 milioni: 70 in più rispetto a due anni fa. E non c’è spending review che possa, se non invertire, quantomeno arginare la situazione. Emblematico è il caso del Pd, il partito del 41% con le urne piene e le casse vuote.

Largo del Nazareno ha un buco di 10,8 milioni di euro. Ai parlamentari democratici il partito ha imposto un taglio del tetto ai rimborsi spese individuali da 670 mila a 170 mila euro l’anno: nel 2014 calerà a 80 mila. Senatori e deputati Pd hanno messo mano al portafoglio per rinvigorire le casse della ditta, garantendo al Nazareno entrate per 5,48 milioni. Che sono molti più dell’anno scorso, ma comunque troppo pochi per risanare il bilancio complessivo. Dallo Stato, infatti, quest’anno arriveranno solo 12 milioni: tre anni fa erano 57.

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E se il Pd piange, Forza Italia non può certo sorridere, anzi. Gli “azzurri”, sotto di 25,5 milioni, sono costretti ad aggrapparsi alle donazioni liberali di Berlusconi, che garantisce con fideiussioni personali gli 83 milioni di disavanzo accumulati dalla sua creatura politica. Se a questo poi si aggiunge l’irreversibile crollo dei tesseramenti, segno di uno scollamento sempre più tangibile tra cittadini ed organi partitici, il quadro si fa ancora più fosco: quest’anno, per il Pd, solo 100 mila adesioni contro le 300-400 mila delle annate scorse.

Le cene di autofinanziamento da mille euro a coperto indette da Renzi e Berlusconi possono poco contro la dieta draconiana imposta dal governo Letta nel 2013 attraverso l’abolizione del finanziamento pubblico diretto ai partiti.

La legge prevede una graduale riduzione dei rimborsi elettorali e la sostituzione di questi ultimi con un sistema indiretto di finanziamento incentrato sul 2 per mille (che al momento stenta a decollare) e sui contributi agevolati. Per il 2014 nelle prosciugate casseforti dei partiti sono attesi 40 milioni, contro i 290 del 2010. Tutto grasso che cola, paradossalmente. Perché nel 2017 i rubinetti dello Stato cesseranno di erogare fondi.

L'autore: Antonio Atte

Classe '90, stabiese, vive a Roma. Laureato al DAMS con 110 e lode, si sta specializzando in Informazione, editoria e giornalismo presso l'Università degli studi Roma Tre. E' appassionato di politica, cinema, letteratura e teatro. Mail: antonio.atte@termometropolitico.it. Su Twitter è @Antonio_Atte
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