Con 278 voti favorevoli, 161 contrari e sette astenuti, la Camera ha avallato il decreto legge Sblocca Italia, che ora dovrà passare al vaglio del Senato entro il 10 novembre. Poco prima della votazione finale, dalle tribune del pubblico in Aula è stato calato uno striscione giallo che recava la scritta “No trivelle, sì rinnovabili”.
Gli autori del gesto, subito bloccati dai commessi, erano attivisti di Greenpeace. La protesta – scrive l’associazione ambientalista in un comunicato – era rivolta contro “l’articolo 38 del decreto, ribattezzato “Sblocca Trivelle”, perché rischia di rendere i mari italiani un far west in mano ai petrolieri, mettendo in pericolo l’ecosistema marino per estrarre poche gocce di petrolio”. Protesta anche da parte dei deputati del M5S, che nel corso della votazione hanno esposto dei piccoli manifesti con una croce a lutto e la scritta “Sblocca Italia”.
L’articolo 38 del decreto rientra nell’ambito delle “Misure urgenti in materia di energia” e riguarda, nello specifico, le “misure a favore degli interventi di sviluppo delle regioni per la ricerca di idrocarburi”: in sostanza viene dato il via libera alle trivellazioni per la ricerca di idrocarburi e gas in Pianura Padana (Lombardia ed Emilia Romagna), Alto Adriatico, Abruzzo, Basilicata e Canale di Sicilia.
Provvedimenti che sono ben lontani – afferma Vincenzo Balzani, professore emerito dell’Università di Bologna a capo del comitato Energia per l’Italia – dallo sviluppo sostenibile in un Paese “che non ha carbone, ha pochissimo petrolio e gas, non ha uranio, ma ha tanto sole”. In una lettera aperta al governo, i membri del comitato hanno sottolineato come il decreto Sblocca Italia non prenda in considerazione “la necessità di creare una cultura del risparmio energetico e più in generale della sostenibilità ecologica” e non semplifichi “le procedure che ostacolano lo sviluppo delle energie rinnovabili”. Queste ultime, proseguono gli scienziati firmatari del documento, “non sono più una fonte marginale di energia, come molti vorrebbero far credere: oggi producono il 22% dell’energia elettrica su scala mondiale e il 40% in Italia, dove il fotovoltaico da solo genera energia pari a quella prodotta da due centrali nucleari”.
Il deputato Pd Umberto Marroni espresso soddisfazione per l’ok della Camera allo Sblocca Italia, “un provvedimento positivo – spiega – anche se caratterizzato da una certa eterogeneità. Contiene, infatti, strumenti e risorse utili a far ripartire alcune opere fondamentali per il Paese in tema di dissesto idrogeologico e alcune infrastrutture strategiche ferroviarie, per l’alta velocità, e stradali, svincolando questi investimenti dal patto di stabilità”. Pareri positivi anche da Ncd. Piovono critiche, invece, da Sel e Lega Nord. Duro il commento del Carroccio: “Con il decreto Sblocca Italia il governo sta andando in giro a raccontare che ha avviato opere per 10 miliardi di euro, ma la verità è che questi interventi partiranno l’anno prossimo per esclusivi 230 milioni. Il resto sono tutte chiacchiere e fumo utili per un provvedimento vagamente elettorale”.
Antonio Atte