Gentiloni agli Esteri: rutelliano doc alla Farnesina
Paolo Gentiloni nominato ieri ministro degli esteri. Un caloroso abbraccio all’ingresso della Farnesina ha decretato il passaggio di consegne fra l’uscente Federica Mogherini, che da oggi assumerà il ruolo di Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione europea, ed il nuovo ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
Gentiloni, la cui formazione politica è avvenuta nelle fila della Margherita di Rutelli, alla vigilia della nomination non immaginava affatto (come riporta stamane il Corriere della Sera) di venir eletto e difatti nei giorni scorsi ripeteva ai colleghi giornalisti “ Sarà una donna…”.
Tra i motivi di perplessità del nuovo ministro figurava probabilmente l’età anagrafica, 60 anni il prossimo 22 novembre, sicuramente non favorevole nell’era della “rottamazione” di Matteo Renzi. E la sincera incredulità di Gentiloni si evince anche dalle prime dichiarazioni a caldo dopo aver saputo della nomina: “..è una grande felicità, una grande sorpresa. Non me lo aspettavo assolutamente”.
Chi è Paolo Gentiloni? Laurea in Scienze Politiche, è giornalista professionista ed oltre ad aver diretto la Nuova Ecologia ha scritto per l’Ora, Pace e Guerra, l’Espresso, Europa. Tra i fondatori della ‘Margherita’ ha iniziato la sua carriera politica negli anni ’90 come portavoce dell’allora sindaco di Roma Francesco Rutelli, venendo eletto per la prima volta alla camera nel 2001 e riconfermato per tre successive legislature.
In questo periodo si occupa principalmente di telecomunicazioni, digitale e riforma del sistema televisivo diventando anche presidente della commissione di vigilanza Rai tra il 2005 ed il 2006. Nel 2006, durante il secondo governo Prodi, diventa Ministro delle Comunicazioni, ricoprendo la carica fino al 2008.
In questa legislatura ha fatto parte della Commissione Esteri e presiede la sezione Italia – Usa dell’Unione interparlamentare. Fra i pionieri del renzismo, viene indicato anche dai fedelissimi di Renzi come personaggio fondamentale per la scalata al successo dell’ex sindaco di Firenze, e pur non rinnegando l’adolescenza comunista oggi si definisce liberale e riformista.
Apprezzato per la sua solidità e preparazione, l’amico Roberto Giachetti in occasione della sua nomina ha dichiarato: “la prova che Renzi non si circonda di yes man” ottiene il plauso anche da destra, con un entusiasta Maurizio Gasparri che a caldo ha commentato: “Ci è andata bene!”.