Essere presenti non basta. E’ questo quanto emerge dal dossier presentato da Openpolis sull’indice di produttività parlamentare di questo primo scorcio di XVII Legislatura, da marzo 2013 ad oggi. Un lavoro che si inserisce nel tentativo – perseguito da sempre – di “far emergere le differenze” e ridurre “l’opacità che ancora avvolge istituzioni e partiti”, presentando dati che spingono alla riflessione e facendo del Parlamento una “casa di vetro”. Specialmente in un contesto storico come quello attuale, in cui le esigenze e richieste di “cambiamento” di atteggiamento da parte della classe politica si fanno sempre più pressanti.
PRODUTTIVITA’ PARLAMENTARE, CRITERI DI EFFICACIA
Partecipazione ai lavori, consenso, iter. Questi sono – in ordine crescente di importanza – i parametri presi in considerazione da Openpolis per delineare l’indice di produttività parlamentare. Il ragionamento alla base è molto semplice: non conta tanto la presenza in aula quanto l’efficacia dell’azione parlamentare. Risulta così molto più importante la presentazione di un progetto di legge con molti firmatari (cioè ampio consenso) ed un iter legislativo completo sino all’approvazione dell’aula (meglio ancora se bipartisan) piuttosto che la mera presenza in aula ed un atteggiamento di ferma opposizione.
PRODUTTIVITA’ PARLAMENTARE, LE CIFRE
Il dossier, che analizza il primo scorcio di legislatura sino al 10 ottobre 2014, prende in considerazione oltre 19 mila atti non legislativi presentati, di cui appena il 13% risulta andato a buon fine. Ancor più negativo il dato sull’iter degli atti legislativi: appena 86 quelli diventati legge, mentre sono oltre 3 mila quelli per cui l’iter non è ancora iniziato. L’iniziativa legislativa “efficace” pende nettamente verso l’esecutivo: su 86 atti diventati legge, ben 72 sono di iniziativa governativa.
VANNO MEGLIO I SENATORI
Una sorta di “attivismo elitario” emerge anche dall’analisi dei gruppi e dei singoli parlamentari. Ciò che spinge Openpolis ad affermare che “a dare le carte sono in pochi”: appena 26 sono infatti i deputati la cui attività è considerata rilevante, appena il 4.6% del totale. Va meglio al Senato, con 32 senatori particolarmente attivi, pari a circa il 10% degli esponenti di Palazzo Madama. Ciò dipende – secondo Openpolis – anche dai numeri risicati della maggioranza al Senato, che spinge a cercare di coinvolgere le opposizioni (ampliando il consenso) e a serrare le fila all’interno della maggioranza stessa.
PRODUTTIVITA’ PARLAMENTARE, MIGLIORI E PEGGIORI
Se si analizza la produttività parlamentare per gruppi, emergono dei dati che, a prima vista, possono sembrare vere e proprie sorprese. Il gruppo più produttivo è di gran lunga – in entrambe le Camere – quello della Lega Nord, seguito a grande distanza da SeL (alla Camera) e dal Misto (al Senato). Emerge in particolar modo lo scarso posizionamento del Movimento Cinque Stelle – 5° alla Camera e addirittura 8° al Senato – a conferma dell’importanza data dallo studio al coinvolgimento nella discussione e alla disponibilità al compromesso parlamentare per favorire l’iter legislativo. Tra i singoli spicca l’attivismo del leghista Matteo Bragantini e dell’esponente del Misto (in quota SeL) Loredana De Petris, in testa nella classifica di produttività parlamentare rispettivamente di Camera e Senato.
ZERO ASSOLUTO, NOMI ILLUSTRI
Un bassissimo indice di produttività – quello che Openpolis definisce “Zero Assoluto” – riguarda 11 tra deputati e senatori che presentano uno “zero” in tutte le voci interessate: atti presentati, atti relazionati, interventi, emendamenti. Tra essi spiccano anche nomi illustri: Antonio Angelucci, Bruno Archi, Luigi Cesaro, Sestino Giacomini, Gianfranco Rotondi, Daniela Santanché, Paolo Bonaiuti, Riccardo Conti, Niccolò Ghedini, Alfredo Messina e Denis Verdini. Ben 10 parlamentari di Forza Italia più un ex (Bonaiuti, ex braccio destro di Silvio Berlusconi, passatto ora ad NCD).