“Forza Italia si decida sull’Italicum o trattiamo con altri. Basta con atteggiamenti tattici dilatori e perdite di tempo, il tavolo di confronto che coinvolge maggioranza e opposizione deve rapidamente consentirci di chiudere”. Questo l’avvertimento di Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd, lanciato in un intervista al Corriere della Sera agli azzurri di Berlusconi. D’altronde, c’è un patto politico al quale tenere fede, il famoso “patto del Nazareno”sulla legge elettorale, stipulato tra Renzi e Berlusconi e che ha fatto molto discutere. A oggi il Pd si dichiara pronto per altri passi avanti, ma è noto il disaccordo con Berlusconi su un punto importante della legge: il premio alla lista anziché alla coalizione.
Proprio sul nodo critico, Guerini ci tiene a precisare: “Noi crediamo che rafforzi un percorso bipolare, semplificando il quadro politico. E sollecitiamo Forza Italia a battere un colpo”. Ma la vera minaccia del vicesegretario è un’altra, quella che non esclude – nel momento in cui Berlusconi non rompesse presto gli indugi – la collaborazione con altre forze politiche, non escluso il Movimento 5 Stelle. Anche se l’apertura non viene espressamente annunciata, il movimento di Grillo appartiene di fatto a quel “quadro ampio di forze politiche che fino adesso non hanno partecipato al percorso delle riforme”. L’intenzione generale del Pd rimane comunque quella di collaborare con “Chiunque abbia voglia di confrontarsi” – afferma Guerini – perché “la variabile tempo è sostanza politica.”
Nella stessa intervista poi il vicesegretario Pd passa dall’Italicum al Jobs Act: “Ci sono le condizioni per andare in Aula dal 17 novembre e approvare la delega prima della Stabilità. La tempistica è importante per la credibilità del Paese in Europa”. E per quanto riguarda una possibile scissione del suo partito chiarisce che “Sarebbe una ipotesi deleteria. Se affrontassimo la discussione preoccupati per la ribalta di questa o quella componente non faremmo un grande servizio alla politica”. E ancora sul Pd osserva: “Spesso si forzano le situazioni per avere qualche titolo sui giornali. Stiamo lavorando alla forma partito. D’Attorre dovrebbe parlare della disciplina sovietica che vigeva quando lui aveva ruoli di direzione del partito”.
Giulia Angeletti