Le guerre in Africa scoppiano, fanno clamore per qualche giorno, poi scompaiono dall’informazione e sembra che la guerra non ci sia mai stata. Invece no.
E’ il caso del Sud Sudan da dove arrivano notizie preoccupanti e dove sembra che il conflitto sia ormai diventato la classica tragedia africana: una guerra di bassa intensità, combattuta su un vasto territorio che sono in alcuni momenti e in alcune località raggiunge momenti acuti. Per il resto è un strascico di sofferenze che si trascinano e coinvolgono, senza soluzione di continuità, vaste fette di popolazione. In queste ore dal Sud Sudan arriva questa notizia:
L’esercito rimasto fedele al presidente sud-sudanese Salva Kiir si appresta a lanciare una vasta controffensiva militare allo scopo di riconquistare alle forze ribelli la città di Bentiu, capoluogo dello stato settentrionale di Unity ricco di giacimenti di idrocarburi.
Anche se non sono disponibili conferme indipendenti alla notizia che i ribelli siano aiutati da altre forze, il quotidiano ‘Sudan Tribune’ riferisce che si possa trattare di milizie arabe dei Janjaweed, attive soprattutto nelle regioni occidentali sudanesi del Darfur.
Il quotidiano arabofono londinese ‘Asharq al-Aswat’ ha invece riportato alcuni commenti di esponenti governativi di Juba che accusano il vicino Sudan di fornire asilo e addestramento alle forze ribelli. Tali commenti sono stati però seccamente respinti dai portavoce dell’esercito di Khartoum.
Due riflessioni a fronte di queste ultime notizie. La guerra in Sud Sudan sta mettendo in scena il solito copione dei conflitti africani, con un coinvolgimento regionale. Ci sono anche interesse extra regionali, ma questi è più difficile che emergano.
La seconda riflessione riguarda le trattative di pace che erano state affidate all’organismo africano che rounisce i paesi della regione. La sede di questi negoziati era Addis Abeba. A cinque mesi dall’inizio della guerra però le trattative sono drammaticamente fallite e, sembra, che nessuno si stia dando da fare per rimettere in funzione una trattativa.
Infine una constatazione: la città di Bentiù, capitale della vera cassaforte petrolifera del Sud Sudan, è stata presa dai ribelli e riconquistata dall’esercito regolare più volte. E’ ormai una città fantasma, un cumulo di macerie bruciacchiate abbandonata dai suoi abitanti. Maledizione petrolio.
Raffaele Masto