Consulta e Jobs Act in tempi brevi. Il premier Matteo Renzi interviene all’assemblea dei gruppi parlamentari del PD ed elenca le priorità del governo. E sulla riforma del lavoro dichiara, senza mezzi termini: “è una riforma di sinistra, dal 1° gennaio deve entrare in vigore. L’1 gennaio è la dead line“.
E’ un Renzi deciso quello che interviene in assemblea e che rivendica il Jobs Act, ricordando che “a parte l’articolo 18 c’è accordo quasi su tutto”. Il premier punta a mantenere il PD sulla corda, e sottolinea l’avvicinarsi di altre scadenze importanti. Oltre al Jobs Act e alla Consulta, sullo sfondo c’è infatti l’Italicum, messo momentaneamente in stand-by. Renzi avverte i gruppi: “Abbiamo detto che si vota nel 2018 ma non dobbiamo aspettare il 2017 per cambiarla”.
RENZI A BALLARO’: JOBS ACT MA NON SOLO
Poco dopo la fine dell’assemblea va in onda l’intervista registrata concessa alla trasmissione televisiva Ballarò. E’ un premier all’attacco, che respinge le accuse sul Tfr in busta paga spostando il centro del problema: “Le pensioni dei giovani sono a rischio perché non lavorano e non per la mazzate del tfr. Nessuno vuole colpire il risparmio, non abbiamo introdotto la patrimoniale, il nostro obiettivo è riportare un clima di fiducia”.
LEGGE SEVERINO E BERLUSCONI
Matteo Renzi parla anche della Legge Severino e stoppa le ipotesi di cambiamento radicale: “La Severino non si tocca nella sua impostazione, ma non mi torna che si possa essere sospesi dopo una condanna in primo grado come avvenuto a De Magistris perché per la Costituzione si è innocente fino alla sentenza in giudicato”. E, per spegnere sul nascere le malignità, aggiunge: “Questo non riguarda Berlusconi“. Renzi però non rinnega il coinvolgimento dell’ex premier nel processo di riforme: “È giusto fare le riforme con Berlusconi, non le faccio da solo. Rispetto Berlusconi, Verdini e Letta, il fatto che Berlusconi sia stato condannato e Verdini rinviato a giudizio attiene la loro vicenda personale ma finché ci sono italiani che li votano sono interlocutori per le riforme”.
CONSULTA, STRIGLIATA A FORZA ITALIA
Il premier però non intende dilungarsi in complimenti all’avversario politico. Ciò diventa evidente quando si parla dell’elezione dei membri della Consulta. Renzi, parlando all’assemblea PD, è categorico: “Proviamo a chiudere lo stallo sulla Consulta, proponiamo due donne, la nostra è Sciarra, e un designato del Movimento 5 stelle al Csm. E’ positivo che i 5 stelle stiano dentro la dinamica e spero che in queste ore decida anche Forza Italia“. Un avvertimento al partito dell’ex premier, considerato il responsabile della caduta della candidatura di Maria Alessandra Sandulli.
BRUXELLES E SCONTRI DI PIAZZA
Matteo Renzi parla nuovamente di Bruxelles, chiedendo una riforma strutturale dell’Europa: “Servono più crescita e lotta alla disoccupazione e meno politica legata al rigore e al mero rispetto dei parametri che appartengono più a passato che al futuro”. Poi torna sugli scontri di Roma e prova a spegnere le polemiche: “Sindacato e ministero dell’interno vogliono scrivere insieme le regole delle manifestazioni, serve si lavori nella stessa direzione. Intanto le immagini della carica della polizia hanno aperto accertamenti interni in corso”.