Svezia, Islanda, Norvegia e Finlandia: la sfiducia degli elettori

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Sfiducia nei confronti del governo, sfiducia nei confronti delle banche, cattivi giudizi sui partiti di maggioranza: dalla Svezia all’Islanda, passando per la Finlandia e la Norvegia, i sondaggi degli ultimi giorni aprono uno squarcio sull’opinione che gli elettori hanno sui propri governanti.

IL GOVERNO IN SVEZIA

In Svezia sembra sul viale del tramonto la luna di miele tra gli elettori e il governo rosso-verde guidato dai socialdemocratici. Secondo un sondaggio pubblicato nel fine settimana, in Svezia il 34 per cento ritiene che nelle prime settimane di lavoro l’esecutivo abbia fatto poco: solo un elettore su quattro giudica positivamente l’operato della maggioranza.

Questo giudizio pesa inevitabilmente sulle spalle del Partito Socialdemocratico, la principale forza di governo di Svezia, che ha perso per strada un punto percentuale rispetto alle elezioni di settembre: oggi gli uomini del premier Löfven metterebbero insieme il 29,2 per cento del consenso elettorale.

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MAGGIORANZA GIU’ ANCHE IN NORVEGIA

Cala anche la maggioranza di centrodestra in Norvegia, alle prese con una proposta di bilancio da far passare in Parlamento: la Destra della premier Erna Solberg e il Partito del Progresso hanno perso rispettivamente 3,4 e 3 per cento rispetto alle ultime rilevazioni, secondo un sondaggio condotto dalla Nortstat. Viaggia a gonfie vele il Partito Socialdemocratico all’opposizione, invece, che supera quota 40 per cento (40,9): un risultato del genere non si vedeva dalle elezioni del 1985.

IN FINLANDIA VOLA L’OPPOSIZIONE

In Finlandia la scena politica è segnata da una tendenza sempre più evidente: l’opposizione cresce mentre il governo scende. Secondo un sondaggio pubblicato dall’Yle (la radiotelevisione di stato finlandese), il Partito di Centro all’opposizione ha toccato il 25,5 per cento: non viaggiava su cifre così alte da una ventina d’anni.

UN PARTITO ARROGANTE

Il Partito di Coalizione Nazionale del primo ministro Stubb scende invece sotto quota 20 per cento: 19,4, una flessione di un punto rispetto all’ultima rilevazione che non sorprende se si considera che ben il 58 per cento degli elettori in Finlandia considera l’atteggiamento del Partito di Coalizione Nazionale un po’ troppo “arrogante”, stando ai risultati di una ricerca condotta dalla Gallup tra settembre e ottobre.

I Socialdemocratici restano ancorati intorno a quota 15 per cento, mentre i Verdi sono tornati a salire, confermando la tendenza che vede chi fa opposizione guadagnare punti tra gli elettori: a settembre il partito ha infatti lasciato la maggioranza di governo. I Verdi hanno incrementato il loro sostegno toccando il 9,1 per cento.

GLI ISLANDESI E LE BANCHE

Mentre i finlandesi considerano “arrogante” il loro principale partito di governo, in Islanda, secondo un sondaggio della MMR, il 66,8 per cento della popolazione non si fida del sistema bancario. Non sorprende, considerato che solo sei anni fa l’isola è precipitata in una spirale di recessione e disoccupazione proprio a causa di un crack bancario.

Ma nell’elenco delle persone da tenere d’occhio ci sono anche i politici: il 54,7 per cento della popolazione d’Islanda non si fida dei politici che siedono in parlamento. La fiducia nei confronti dei deputati e del governo è scesa nell’ultimo anno: dal 23 al 17,4 per cento per quanto riguarda i primi e dal 16,4 al 12,8 per cento nei confronti dell’esecutivo.

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