L’indiscrezione proviene da Il Fatto Quotidiano. Ed è di quelle che potrebbero far crollare un palazzo. Palazzo Chigi, per la precisione.
Il quotidiano di Marco Travaglio, infatti, sostiene come lo zio di Renzi fosse uno stipendiato Fininvest. Il contratto? Da ben 7 miliardi di lire.
Non sono spiccioli, è evidente. Nicola Bovoli era un salariato di Silvio Berlusconi, da quanto si apprende da Il Fatto. E’ un esperto di comunicazione ed introdusse i coniugi Renzi (genitori dell’attuale premier) negli investimenti sul settore in forte espansione. Sono gli anni delle televisioni commerciali, poi di Berlusconi in politica. “Nella seconda metà degli anni Ottanta – riprendiamo dal sito Dagospia.com – lo zio di Matteo Renzi lavora anche per le riviste Mondadori distribuendo il Bingo e legandolo alle trasmissioni di Mike Bongiorno, con cui aveva iniziato a collaborare nel 1987.
All’attività dedicata alla carta stampata Bovoli affianca nei primi anni Novanta le televisioni. Per le tre reti del Cavaliere (con cui stipula un contratto da 7 miliardi di lire) crea quella che viene da subito accolta come l’ultima frontiera dell’intrattenimento: il Quizzy, un telecomando che permette di partecipare dal divano di casa ai concorsi di alcune trasmissioni televisive. La campagna pubblicitaria di Fininvest in cui appare Mike rimanda alla Standa, dove il telecomando è in vendita a 39.800 lire. Il Quizzy viene applicato anche alla Ruota della fortuna”.
A proposito del programma diretto da Mike Buongiorno. Fu proprio Bovoli ad introdurre Matteo nel gioco delle rete Mediaset che gli permise di aggiudicarsi ben 48 milioni: “lo segnalai io”, confessa lo zio. Un primo approccio Renzi-Berlusconi, quello con il Mike nazionale. Ci riprova anni dopo, lo testimonia Verdini in persona: “Renzi è uno in grado di rompere gli schemi. Certo, oggi è un candidato del Pd: ma se poi di là saltasse tutto e si facesse un percorso insieme, non escludo nulla”. L’ex coordinatore nazionale del Pdl ci prova e riprova: alla festa per i 10 anni de Il Giornale della Toscana, ai meeting di Comunione e Liberazione. Niente da fare: Renzi resta lì, a sinistra.
Infine i rapporti Bovoli-Berlusconi. Ne parla sempre Il Fatto Quotidiano, per mezzo di un’intervista a Bovoli: “certo che ho conosciuto Berlusconi. Un genio dell’imprenditoria. È stato costretto a impegnarsi per salvarsi: lui non voleva fare politica. Lo chiamò Craxi per dirgli che era tutto finito, così B. è dovuto intervenire anche perché le sue aziende non andavano bene, poi ha risolto ed è andato avanti 20 anni difendendo i suoi interessi”. Su Dell’Utri “non credo che abbia avuto rapporti con la mafia, è un uomo di infinita cultura, è impossibile: non può essere un mafioso”.
Daniele Errera