Vola nei sondaggi Renzi. La fiducia di cui gode l’attuale premier è intorno al 52%.
Il Pd è stabile sul 40% ma a spaventare la concorrenza è l’inesistente Partito della Nazione. Una definizione di Partito Democratico che Renzi ha lanciato alla Leopolda e che, secondo un sondaggio promosso dalla trasmissione di Raitre Agorà raccoglierebbe attualmente il 44% delle preferenze. Una percentuale che consentirebbe a Renzi e al Pd di governare senza necessità di alleanze. Una ipotesi che si basa sull’attuale legge elettorale, il Consultellum, che garantisce la maggioranza al partito che ottiene 45% dei voti.
È forse la consapevolezza di questo vantaggio ad aver determinato le ultime scelte di Renzi? Da settembre il premier ha disposto sondaggi per verificare settimanalmente la salute del Pd. In questi giorni è più che mai gettonata la teoria secondo la quale il famoso Patto del Nazareno stia scricchiolando. Ma in realtà a scricchiolare è la posizione di Berlusconi nei confronti del proprio partito. L’ex Cavaliere sembra aver perso il controllo di Forza Italia.
Renzi ha percepito tali difficoltà e da lì avrebbe lanciato l’ultimatum: o gli azzurri si decidono a collaborare o verranno trovate nuove intese. A segnare la svolta e a portare ormai agli sgoccioli la pazienza di Renzi nei confronti di Berlusconi è stata la nomina dei giudici costituzionali.
Sono state le venti votazioni terminate con esito negativo a dimostrare che in Forza Italia non c’è una intesa comune, o quantomeno che tale intesa non è costante e scontata. A fare il pario con questo, si uniscono le perplessità che Berlusconi avrebbe mostrato nei confronti delle modifiche che Renzi ha apportato all’Italicum. Perplessità che hanno segnato negativamente l’esito dell’ultimo confronto tra i due leader.
Dal Pd si è levata forte la voce “Noi andiamo avanti lo stesso”. Suona come una minaccia ma è l’ultimo tentativo per cercare di mettere in riga Forza Italia. Un ultimo tentativo prima di lanciarsi nell’ardua ricerca di un nuovo partner con cui dialogare. Il Movimento 5 Stelle è tra i candidati. È stato proprio il voto congiunto di Pd e M5S a decidere le sorti nella elezione del membro della Corte Costituzionale.
Nei pentastellati Renzi troverebbe un valido appoggio per chiedere le elezioni anticipate. Elezioni che permetterebbero a Renzi di raccogliere immediatamente i frutti dei sondaggi. Grillo è inoltre favorevole al premio di maggioranza al partito con più voti e non alla coalizione. È un invito a duello. Un guanto di sfida che il Pd lancerebbe al M5S per aprire una contesa a due.
Un duello che escluderebbe di fatto dai giochi Silvio Berlusconi. Forza Italia nei sondaggi è ferma intorno al 16%. La Lega Nord cresce ma non supera il 9%. Ncd più in basso di tutti fra il 3% ed il 5%. Il movimento di Grillo al 20% sembra l’unico attuale contendente del Pd di Renzi. Facile capire come una intesa, seppur difficile, tra queste due forze possa escludere tutte le altre da ogni discussione.