L’Ucraina fa un salto indietro di settimane. Gli scontri armati nell’est del paese sono sempre più intensi. Le autorità ucraine accusano Mosca di fornire armi e munizioni ai separatisti che a loro volta incolpano Kiev per una tregua che vacilla sempre di più.
Mezzi corazzati nell’est dell’Ucraina
Secondo quanto riferito dagli osservatori dell’Osce, nei pressi di Donetsk sono stati visti transitare carri armati e armi pesanti: i mezzi sono coperti da teli e sono sprovvisti di simboli o numeri identificativi. Anche secondo l’agenzia di stampa France Presse colonne di corazzati sarebbero sulla strada per Donetsk, roccaforte dei separatisti, nell’est del paese.
Le autorità di Kiev hanno accusato la Russia sostenendo che truppe e armi russe sarebbero entrate in territorio ucraino: “Anche se l’Osce non ha specificato a chi appartengono quelle attrezzature militari, l’esercito ucraino non ha alcun dubbio al riguardo” ha dichiarato un portavoce delle forze armate di Kiev, aggiungendo che “la Russia continua a mandare rinforzi, armi e munizioni ai ribelli”.
Photo by US Army Europe Images – CC BY 2.0
I combattimenti a Donetsk
Negli ultimi giorni i combattimenti a Donetsk si sono fatti sempre più intensi. Secondo quanto raccontato dalle persone che vivono in città, lo scambio di colpi da una parte all’altra è sempre più frequente. Diverse le vittime causate dai combattimenti. La BBC ha riportato la notizie di un violento bombardamento domenica notte. Secondo il New York Times si è trattato degli episodi più violenti dell’ultimo mese. Si sta tornando a combattere anche intorno all’aeroporto: l’agenzia Reuters scrive che nella zona si vedono grandi colonne di fumo.
Scambio di accuse
Il presidente ucraino Poroshenko ha accusato i ribelli di aver infranto l’accordo che aveva portato al cessate il fuoco e ha ordinato l’invio di rinforzi nell’est del paese. Così come nei mesi scorsi, però, i separatisti respingono le accuse e incolpano l’Ucraina.
Il cessate il fuoco
L’incerto cessate il fuoco che ha retto in Ucraina per qualche settimana sembra seriamente a rischio. Sin dalla firma degli accordi di Minsk, lo scorso 5 settembre, la tregua nell’est del paese è apparsa fragile. In mezzo ci sono state due elezioni: quelle per il Parlamento ucraino e quelle organizzate dai separatisti nelle regioni orientali, considerate illegittime da Kiev e dalla comunità internazionale ma riconosciute da Mosca.