Gelato Madia, A “Che tempo che fa” Alfonso Signorini si scusa
“Non posso difendere l’indifendibile, era un gran brutto titolo”. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, Alfonso Signorini fa marcia indietro, scusandosi per il doppio senso di quel “Ci sa fare col gelato”, che introduceva un servizio pubblicato sul settimanale Chi (da lui diretto), in si poteva vedere il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia, mentre mangiava un gelato in macchina.
Signorini: “Non volevo offendere ma solo divertire”
Intervistato da Fabio Fazio e Massimo Gramellini durante la trasmissione televisiva di Rai Tre Che tempo che fa, prima di parlare della sua autobiografia, uscita lo scorso 4 novembre, Signorini è ritornato sul caso Madia, da cui sono scaturite numerose polemiche.
Il direttore di Chi ha ribadito che le sue intenzioni non erano di offendere, ma di far divertire il lettore. “Bisogna avere l’onestà intellettuale di riconoscere di avere sbagliato”, si giustifica Signorini, il quale ha sottolineato che il titolo incriminato non voleva rientrare in un discorso sessista, così come è stato interpretato da molti.
“Il linguaggio del gossip è irriverente, ma dall’irriverenza a un titolo sbagliato ce ne passa” ha, poi, proseguito Signorini che ha discusso con Fazio e Gramellini sulla necessità di imporre limiti che definiscano l’esposizione della vita privata al gossip.
Signorini: “Nel gossip il confine è difficile da stabilire”
“Il confine è difficilissimo da stabilire. Io lo vivo tutti i giorni”, ha dichiarato il direttore di Chi, che ha sottolineato come “il lavoro che il gossip richiede è un lavoro di funambolismo, tanto che a volte”, si rischia “di precipitare”, così come è successo a lui in questa circostanza.
“Non è facile percorrere il crinale dell’informazione e anche della violazione della privacy” ha aggiunto Signorini che, però, ha ricordato come, spesso, il gossip sfrutti “in modo pesante un compiacimento del doversi mostrare”. Non a caso, ricorda l’ex direttore di Sorrisi e Canzoni, esso viene utilizzato da personaggi noti “a proprio uso e consumo” per “legittimare quello che fanno”.
Il confine tra notizia e privacy, poi, secondo il giornalista, è molto flebile proprio perché “l’Italia è un territorio brado, molto libero”, in cui, alcuni ambiti non sono stati coperti da normative.