L’Isis può sopravvivere al suo leader Al Baghdadi?
Forse morto. Forse ferito. È mistero sulle sorti di Abu Bakr al Baghdadi, il leader dell’Isis. Il califfo sarebbe stato colpito lo scorso fine settimana durante un raid aereo.
Su Twitter si inseguono conferme e smentite in un vortice di account di dubbia affidabilità. Il Pentagono ha dichiarato che non è in grado di dire con certezza se Abu Bakr al Baghdadi sia o meno rimasto coinvolto in un attacco.
La struttura gerarchica dell’Isis
La struttura dell’Isis è una piramide al vertice della quale c’è Abu Bakr al Baghdadi. Incarichi e territori sono divisi tra più persone ma a capo di tutto c’è lui, il Califfo. Ha due vice ai quali ha assegnato la responsabilità dell’Iraq e della Siria. Subito dopo viene il Consiglio della Shura, una sorta di assemblea di consiglieri con ampi poteri. Questo è ciò che si sa dell’organizzazione gerarchica dell’Isis: tutto il resto è avvolto nel mistero. Compresa l’ipotesi di una successione.
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Chi c’è dopo Abu Bakr Al-Baghdadi?
Esiste un successore designato? Chi prenderà il posto di Abu Bakr al Baghdadi se il Califfo dovesse rimanere ucciso? È questo che si stanno chiedendo negli ultimi giorni gli analisti. “Se pensate che il Califfato finisca con il martirio del Califfo vi sbagliate di grosso”, ha twittato Abu Muhammada al Adani, portavoce siriano dell’organizzazione. Il vice di Baghdadi potrebbe essere Abu Muslim al Turkmani, che però secondo le autorità irachene sarebbe rimasto ucciso.
C’è un Isis dopo Abu Bakr Al-Baghdadi?
Abu Bakr al Baghdadi è la punta della piramide ma l’Isis si compone di alti consiglieri, bracci destri, comandanti sul campo, amministratori: una struttura che insomma potrebbe favorire l’emergere di un nuovo nucleo di comando. Molti degli uomini con ruoli di responsabilità nell’Isis provengono dal regime di Saddam Hussein: funzionari, militari, gente con disciplina e professionalità. Si tratta di elementi che potrebbero consentire all’Isis di superare il colpo dell’uccisione del proprio leader. “L’Isis ha probabilmente una linea di successione” ha detto alla CNN Lauren Squires dell’Institute for the Study of War: “Si tratta di un’organizzazione strutturata con una panchina profonda”. La transizione potrebbe essere gestita da una sorta di consiglio d’emergenza, ad esempio.
Anche in questo caso, però, la morte del Califfo sarebbe per l’Isis un colpo duro da assorbire, considerato quanto peso ha l’immagine di Abu Bakr al Baghdadi dentro e fuori lo Stato Islamico: dimostrerebbe inoltre che la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti è in grado di far scattare operazioni militari e di intelligence capaci di arrivare a colpire fino ai piani più alti. Ma potrebbe essere un colpo non mortale, per l’organizzazione. C’è un Isis dopo Abu Bakr al Baghdadi? La risposta probabilmente è sì.
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