Massimo D’Alema più attivo che mai. È tornato a far parlare di sé. Lo ha fatto nella nota trasmissione di Lilli Gruber su La7 ‘Otto e Mezzo’.
L’intervista all’ex premier, intitolata proprio “Il ritorno di D’Alema”, sembra aver lasciato il segno. Un ritorno col botto insomma per D’Alema. Vari i temi affrontati. Primo tra tutti la leadership di Matteo Renzi nel Partito Democratico.
D’Alema attacca Renzi “Episodio della sinistra, punto d’arrivo”
D’Alema non ha fatto mancare stoccate all’attuale premier. Per l’ex leader del Partito Comunista Matteo Renzi un episodio della storia del centrosinistra e non un punto di arrivo. Un modo per dire che la sua epopea potrebbe anche volgere a termine molto presto.
L’Italia è un paese dal facile innamoramento, in sintesi, ma che altrettanto facilmente sa disamorarsi. Sul rapporto tra Renzi e Berlusconi è stato molto critico. “Berlusconi si è innamorato di Renzi al punto da sceglierlo come suo erede”. Ma anche D’Alema alla fine degli anni ’90 stipulò accordi con l’ex Cavaliere, erano i tempi della Bicamerale, a ricordarglielo ci pensa Beppe Servergnini presente in studio.
Il giornalista del Corriere, con una metafora, raccoglie anche quello che è il pensiero di D’Alema in merito: “Berlusconi è come un pugile che nel momento di difficoltà abbraccia il suo avversario”.
D’Alema attacca Renzi: critico con Governo
Proprio l’abbraccio ideale tra Renzi e Berlusconi sarebbe tra le cause del cattivo funzionamento dell’attuale esecutivo secondo D’Alema. Quando l’opposizione non svolge a pieno il suo ruolo e non fa sentire il proprio fiato sul collo, il governo non lavora con il giusto impegno. Sarebbe evidente anche, per D’Alema, un netto scostamento tra l’ottimismo di Renzi e dei suoi ministri e la realtà dei fatti.
Per controprova invita a guardare l’attuale produzione industriale: numeri che non ispirerebbero certamente ottimismo. Altra stoccata: nella squadra di governo non c’è armonia. “In un momento così difficile servirebbe uno spirito di armonia.
Il governo Renzi invece ogni giorno individua dei nemici o litiga con qualcuno”. C’è inoltre bisogno, secondo D’Alema, di investire più risorse nella crescita e di far crescere il potere di acquisto delle famiglie italiane. Provvedimenti nettamente insufficienti, a suo avviso, quelli contenuti nell’attuale legge di Stabilità.
Fugge la definizione di “gufo” D’Alema e per questo non vuole apparire troppo critico. Ma rivendica la sua appartenenza all’ala sinistra del Partito Democratico. Un’ala ora minoritaria ma che potrebbe presto, ed è suo auspicio, tornare maggioritaria.
D’Alema sul prossimo Presidente della Repubblica
Con mal nascosta stizza, D’Alema ha anche affrontato il tema dell’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. L’ex leader del Partito Comunista rientra nella lista dei papabili, ma si autoesclude dalla corsa. “Renzi punta sulle persone fedeli, io sono abituato a pensare con la mia testa”.
Rievoca le elezioni a cui ha partecipato: quella di Ciampi e la prima di Napolitano. Presidenti, per sua stessa ammissione, di prim’ordine. Auspicando che alle prossime venga fatto altrettanto e che vengano tenute in considerazione anche le donne. Perché, come D’Alema stesso sostiene, il Paese sarebbe pronto per una donna al Quirinale e ci sarebbe la possibilità di individuare una donna con le caratteristiche opportune per svolgere il ruolo di Capo del Governo.
D’Alema sull’Europa
Sull’Europa D’Alema non nasconde l’amarezza per le critiche rivolte ai nostri conti. Critiche che muoverebbero da una politica economica dettata dalla Merkel e che presenta sostanziali differenze dalla nostra.
Si è detto poi favorevole alla richiesta di chiarimento rivolta al presidente della Commissione europea Jea-Claude Junker perché l’Europa non può permettersi un primo ministro che dimostri debolezza.