Russia e Iran hanno raggiunto l’accordo per la costruzione di 8 unità nucleari in Iran: a riferirlo l’agenzia di stampa russa Itar-TASS. La Russia produrrà inoltre il combustibile necessario ad alimentarle. Mosca si farà carico anche del ritrattamento e dello stoccaggio del materiale combustibile esaurito. Il contratto firmato tra i due paesi prevede la costruzione di una seconda linea di reattori nella centrale iraniana di Bushehr: di due è già stata prevista la costruzione ma alla fine potrebbero esserne costruiti in tutto 4 nell’unica centrale iraniana pienamente in funzione.
Il Capo dell’agenzia nucleare iraniana Ali Akbar Salehi ha firmato insieme a Serghei Kiriyenko, presidente della corporation statale russa Rosatom, un impegno a cominciare la costruzione delle due prime unità (da 1000 MWt ciascuna) nel marzo 2014. La costruzione di nuove centrali nucleari inizierà, invece, nel marzo 2015.
Stallo a Mascate
Intanto si allontana la possibilità di raggiungere un accordo a Mascate, capitale dell’Oman, dove al momento il gruppo dei 5+1 (i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU più la Germania) e Teheran stanno trattando sul programma nucleare iraniano.
Il termine ultimo per raggiungere un’intesa è stato fissato per il 24 novembre. Dal Dipartimento di Stato Usa si dicono ottimisti sul raggiungimento di un accordo perché “c’è ancora tempo”. Anche Abbas Araghchi, vice ministro degli Esteri iraniano, è dello stesso avviso “anche se non ci sono stati progressi nei negoziati”.
Lo stallo è dovuto alla discordanza delle posizioni sulla quantità di uranio che Teheran sarebbe autorizzata ad arricchire per scopi civili, il ritiro delle sanzioni internazionali e la stessa durata che l’accordo dovrebbe avere.
La posizione di Teheran
Nonostante la sfiducia palpabile nei confronti di Teheran, l’Iran sta puntando a ottenere il massimo: totale dismissione delle sanzioni internazionali (l’Occidente vuole ottenere un “rilascio graduale”) e durata dell’accordo di 5 anni (le controparti spingono per almeno il doppio della durata).
L’inflessibilità occidentale
Frank-Walter Steinmaier, ministro degli Esteri tedesco, riferendosi alle trattative in corso, ha detto che l’Occidente sta affrontando un momento di “make-or-break”. Il Segretario di Stato americano John Kerry, a quanto pare, sta affrontando il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Zarif con tono “duro, diretto e grave”, riferisce un alto rappresentante del Dipartimento di Stato Usa, che ha preferito restare anonimo, citato dal The Washington Post.