Riforme al palo, un Capo dello Stato a scadenza e un patto di unità nazionale sempre più a rischio. Il tutto mentre si riuniscono vertici di maggioranza e già impazza il toto-Quirinale. Sono giorni di grande fermento nei palazzi del potere, e nell’era della comunicazione digitale immediata anche le news politiche giungono al lettore in quantità smisurate, sovrapponendosi in pochi minuti con fulminea rapidità.
La possibilità di attingere costantemente a una tale pluralità di fonti ci consente, senza alcun dubbio, di contare su un ventaglio di dati e notizie sempre più – almeno potenzialmente – completo ed approfondito. Tuttavia, nell’affrontare casi di elevata risonanza mediatica (come può essere, ad esempio, il misterioso ma non troppo “patto del Nazareno”), gli organi di informazione giocano un ruolo determinante nel veicolare il messaggio verso l’uditorio. A tale fenomeno aveva già fatto riferimento il sociologo Marshall McLuhan, secondo il quale sarebbe proprio l’imparzialità insita nel media stesso a trasmettere una notizia in modo non neutrale, contribuendo nel tempo ad influenzare anche l’opinione di chi la riceve, il tutto con inevitabile discapito per lo spirito critico del lettore. E se è comprensibile che una totale oggettività nel raccontare i fatti non è di questo mondo, quando si tratta di riportare notizie politiche, ecco che l’avalutatività rimane pura astrazione.
Per di più, in Italia, non si può non tener conto di ulteriori due elementi di “alterazione” delle informazioni. Il primo, più generale, è relativo alla tradizionale appartenenza dei quotidiani italiani a date fazioni (siano esse ideologiche, di partito o imprenditoriali). L’altro, invece, riguarda specificatamente il caso preso in esame. Sul reale contenuto del patto del Nazareno, infatti, ognuno sembra aver elaborato una propria interpretazione, per quanto sia stato fatto trapelare nei mesi da parte degli ambienti vicini ai diretti interessati. Per capire meglio come si tenta di influenzare il clima d’opinione in riferimento al patto del Nazareno, passiamo in rassegna le versioni proposte dei principali quotidiani italiani, ognuno dei quali sembra dare rilevanza a determinati aspetti.
CORRIERE DELLA SERA
Secondo il Corriere della Sera, l’attrito tra Pd e Forza Italia è sempre più evidente. Per questo, Matteo Renzi cerca di stringere ancora di più l’asse con il Nuovo Centrodestra, che avrebbe strappato al premier l’obiettivo di abbassare al 3% la soglia di ingresso in Parlamento, salvifica per gli alfaniani. Ma stando all’articolo di Francesco Verderami, il patto del Nazareno non sarà completamente messo da parte. Si tratterebbe solo di un “divorzio consensuale”, che conviene anche a un Berlusconi sempre meno influente, ma intenzionato a far contare fino in fondo i preziosi numeri che detiene in Parlamento, per le riforme oggi e per il nuovo Capo dello Stato domani.
LA REPUBBLICA
Sullo stesso piano anche la Repubblica. Il quotidiano di Scalfari acuisce in modo ancora più evidente la rottura tra Forza Italia e Pd (ma anche tra Fi e Ncd), riportando l’attacco di Brunetta, deluso per lo stravolgimento della legge elettorale rispetto ai progetti iniziali (“Se Renzi vuole cambiare l’Italicum, vada avanti da solo”) e le risposte dei democratici Lotti e Serracchiani. Sul numero odierno di Repubblica, invece, è comparso un editoriale di Stefano Folli molto scettico su una duratura resistenza dell’accordo Pd-Fi, in particolare sul nome del prossimo presidente della Repubblica.
LA STAMPA – IL MESSAGGERO
Se fino a ieri dava per quasi certo un accordo tra Renzi e Berlusconi, in seguito agli eventi di ieri il quotidiano diretto da Mario Calabresi ha invertito la rotta, allineandosi in parte all’interpretazione dei quotidiani già citati, pur tenendo in considerazione ancora l’ipotesi di un ricompattamento finale, con un riscontro positivo nei confronti di Renzi da parte dell’area-Verdini. Il Messaggero, invece, sottolinea – sia nell’edizione online che sulla prima pagine cartacea di oggi – che per ora appare scongiurato il rischio di elezioni anticipate.
QUOTIDIANI DI AREA CENTRODESTRA
Molto critico il Giornale, che titola oggi un emblematico “Vogliono arrestare il patto”, in riferimento al deputato M5S Andrea Colletti, che ha denunciato in Procura in patto del Nazareno per contenuti ignoti. Non meno pesante è l’affondo di Libero, che parla di un vero e proprio tradimento di Renzi nei confronti di Berlusconi, con la complicità di Angelino Alfano, verso il quale il quotidiano diretto da Belpietro non è mai stato morbido, da un anno a questa parte. Il Tempo, invece, insiste sulla questione-Quirinale, con un editoriale di Luigi Bisignani che ipotizza i vari scenari che potrebbero presentarsi nelle prossime settimane.
IL MANIFESTO – IL FATTO QUOTIDIANO
Il quotidiano comunista diretto da Norma Rangeri ritiene invece che sia stato Renzi a “piegare” Alfano alle sue volontà, e non viceversa, come altri affermano, contando sul necessario potenziale di ricatto (in termini numerici) che il Nuovo Centrodestra detiene sulla maggioranza. Critico verso la quest’ultima è anche il Fatto Quotidiano, per il quale il vertice di ieri a Palazzo Chigi con rappresentanti dei piccoli partiti non è altro che un ritorno alla Prima Repubblica.