Inquietudine all’interno dell’NCD, Alfano tende la mano a Berlusconi
Di fronte alle nuove amministrative e allo spauracchio di una legge elettorale che alzi la soglia di sbarramento al 5%, arrivano segnali ambigui dal NCD, diviso fra la volontà di alcuni, tra cui Cicchitto, Quagliarello e Lorenzin, di restare con Renzi accettando una subordinazione al centrosinistra e le spinte provenienti da Alfano e Lupi in direzione di un ritorno a Forza Italia.
Alfano oggi infatti tende una mano a Silvio Berlusconi, ventilando così l’ipotesi di un ritorno “all’ovile” a condizione di non dover subire dall’ex cavaliere uno scorretto utilizzo del patto del Nazareno: “Se Berlusconi non utilizzerà il patto del Nazareno come uno strumento contundente verso gli alleati, ma avrà visione, saggezza, lungimiranza e assenza di rancore, noi siamo pronti, giovandoci del premio alla lista, a ricostruire la prospettiva del centrodestra. Non per paura, costrizione o minaccia”.
Alfano ha le idee chiare sulle sue preferenze per una legge elettorale che meglio tuteli gli interessi dell’NCD: “Una volta garantita la governabilità con il 55% al partito che vince le elezioni e dalla sera stessa sa di avere 340 seggi, bisogna poi garantire al restante 45% una modalità di accesso al Parlamento, con la soglia al 3% che garantisce democrazia”.
Intanto in questo clima di incertezza arriva il chiarimento di Nunzia De Girolamo dopo la diffusione dell’audio rubato in una riunione con i vertici del NCD in cui l’ex ministro alle politiche agricole rivelava l’intenzione di rompere con il governatore campano Stefano Caldoro, alleandosi con il marito Francesco Boccia del PD.
“Ho proposto l’idea di uscire dalla maggioranza e costringere Stefano Caldoro a far cambiare idea alla sua dirigenza nazionale affinchè accettasse il proseguimento della nostra alleanza”. Rassicurando poi sulle sue intenzioni di mantenere le alleanze a destra, la De Girolamo spiega: “Ho escluso ogni ipotesi di accordo con il Pd e le perifrasi riguardanti varie possibili, virtuali candidature erano rivolte semplicemente a confutare l’ipotesi di un’intesa organica e politica con coloro che sono oggi all’opposizione in Regione”.