Secondo la CNN, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama starebbe riconsiderando la strategia adottata in Siria per combattere i miliziani dell’Isis. E in questa nuova valutazione rientrerebbe anche il ruolo del presidente siriano Bashar al-Assad. Lo scrive la CNN, citando alcune fonti anonime all’interno dell’amministrazione americana.
Rivedere la strategia contro l’Isis
Secondo quanto ricostruito dalla CNN, i risultati delle ultime settimane avrebbero convinto Obama che la sconfitta dell’Isis passa per una vittoria su due terreni: quello in Iraq e quello in Siria. Ma l’attuale quadro politico siriano richiederebbe la destituzione del presidente siriano Bashar al-Assad e l’avvio di una transizione politica.
Obama ha chiesto ai funzionari della sicurezza nazionale di avviare una revisione del sentiero seguito fino a oggi. Durante gli incontri, a Washington si sarebbe parlato di “come la strategia sulla Siria si inserisce in quella contro l’Isis”. Altre fonti citate dalla CNN sostengono che quello in atto non è un cambio di rotta ma una “ricalibrazione”. Allo stesso tempo hanno però confermato che Obama è preoccupato per alcuni aspetti della strategia messa in campo.
Il ruolo dei moderati siriani
La strategia di Obama prevede che siano i ribelli siriani moderati (addestrati e armati dagli Usa) a combattere l’Isis sul terreno: al momento però questo è impossibile, considerato che i ribelli combattono contemporaneamente contro l’esercito regolare di Assad e contro i miliziani islamici dell’Isis e di al-Nusra. “È abbastanza chiaro che supportare l’opposizione siriana nella speranza che rovesci Assad non è una cosa che sta funzionando” ha dichiarato un alto funzionario americano, come riportato dalla CNN.
Bashar al-Assad
Secondo la CNN, negli Stati Uniti si sta cominciando a pensare alla destituzione di Assad ma per ora le dichiarazioni ufficiali non si discostano troppo da quanto sostenuto fino a oggi: “Assad è il principale polo di attrazione per l’estremismo in Siria e ha perso chiaramente ogni legittimità a governare. Oltre ai nostri sforzi per isolare e sanzionare il regime di Assad, stiamo lavorando con i nostri alleati per rafforzare l’opposizione moderata” ha dichiarato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale.
I sospetti dell’opposizione siriana moderata
A inizio settimana, il capo dell’opposizione siriana moderata, Hadi al Bahra, aveva accusato gli Stati Uniti di condurre un’operazione miope e di aver messo in campo una strategia confusa: “La coalizione sta combattendo il sintomo del problema, l’Isis, senza voler fare i conti con la causa principale, il regime. La gente vede gli aerei della coalizione colpire i bersagli dell’Isis ma gli Stati Uniti e i loro alleati fanno finta di non vedere quello che sta facendo l’aviazione del regime, che ad Aleppo e altrove colpisce i civili con barili bomba e missili”.
Hadi al Bahra aveva aggiunto di avere il sospetto dell’esistenza di “un’agenda segreta, un accordo di cooperazione tra la coalizione e le forze di Assad. Sta di fatto che Assad si comporta come uno che ha mano libero”
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