Cambia il canone Rai e cambieranno le abitudini degli italiani.
Matteo Renzi infatti ha dato il via libera alla riforma che prevede di allegare il pagamento dell’imposta RAI alla bolletta della luce.
In tal modo secondo il progetto del sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli, sarà garantito alle casse dello stato lo stesso gettito attuale, 1,8 milioni di euro l’anno, ma, calcolando che vi sarà un allargamento della platea dei contribuenti, verrà previsto per ogni consumatore una riduzione della quota.
Si stima infatti un radicale abbassamento del canone, dai 113,50 euro attuali ad una media di circa 60 euro dato che secondo le indiscrezioni del “messaggero” la quota varierà a seconda degli indicatori ISEE dai 35 euro agli 80.
L’aumento dei contribuenti si dovrà al fatto che pur essendo state mantenute le fasce di esenzione ed i bonus per i meno abbienti, d’ora in poi sarà molto più difficile dimostrare di aver diritto a non pagare il canone; infatti per non pagare si dovrà provare non solo di non possedere un televisore, ma anche di essere sforniti di qualsiasi dispositivo elettronico, come computer o tablet, idoneo a guardare i programmi del servizio pubblico, circostanza sempre più rara nell’era della digitalizzazione.
La rivoluzione quindi si sta per compiere e Palazzo Chigi e al Tesoro dovranno ora scegliere con quale strumento attuare questo cambiamento, se attraverso un emendamento alla legge di Stabilità oppure con un decreto ad hoc.
Tuttavia nonostante sulla carta i giochi sembrino fatti e la proposta appaia come un’efficace soluzione al problema dell’evasione del canone, stimata in 450 milioni annui, permangono alcuni dubbi e perplessità.
I più rilevanti arrivano dall’Authority per l’Energia che ha già definito “improprio” l’uso del canone in bolletta e che solleva alcuni dubbi legati alla privacy.
Per Il Messaggero inoltre rimane da chiarire a chi, fra consumatori, stato e società energetiche spetterà il pagamento dell’agio per l’esazione e ci si interroga inoltre sulla questione relativa alla dimostrazione di un’unica utenza se si hanno allacciamenti gestiti da enti diversi, aspetti ancora da chiarire.
Riccardo Bravin