È arrivato il turno anche di Filippo Taddei. Il giovane responsabile economico del Partito democratico, uno dei teorici del Jobs Act, è stato messo sotto tutela dal ministero degli Interni. Classe 1976, bolognese, una moglie e tre bambini, Taddei è professore universitario alla John Hopkins di Bologna. Il suo ruolo nella riforma del lavoro è ritenuta fondamentale, tanto che la maggioranza renziana lo ha incaricato di condurre le trattative con l’ex ministro Cesare Damiano per ricompattare il partito sulla riformulazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Ed è proprio l’articolo 18, tema che ha fatto salire al massimo la tensione tra Cgil e Pd, ad aver attirato l’attenzione di alcuni estremisti sull’economista dem: negli ultimi tempi sono cominciati a comparire minacce, avvertimenti e strani “biglietti” nei pressi della sua residenza bolognese.
Solidarietà da Pippo Civati, di cui Taddei era sostenitore durante le ultime primarie. “Le minacce ricevute da Filippo Taddei per il suo ruolo nel Partito Democratico e per le sue posizioni a proposito della riforma del mercato del lavoro sono gravi e inaccettabili. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza a lui e alla sua famiglia, a nome di Giuseppe Civati e di tutte le persone che negli anni hanno avuto in Filippo un compagno di strada e hanno condiviso con lui un lungo percorso. Anche se oggi, proprio sul Jobs act, ci troviamo su posizioni diverse, vogliamo dire con chiarezza che nessuna forma intimidatoria è giustificabile, mai. Invitiamo tutti a restare nei confini e nel merito di un confronto anche duro ma sempre democratico, dialettico, civile, e condanniamo con fermezza assoluta qualsiasi forma di intimidazione e di violenza, che non farebbe altro che portarci molto lontani dagli obbiettivi che ci siamo dati e a un clima sociale che nessuno di noi vuole veder rivivere in questo Paese”.