La ripresa economica è a rischio. A lanciare l’allarme è Mario Draghi, nel corso dell’ultima audizione del 2014 davanti al Parlamento europeo. Il governatore della Banca Centrale Europea ha invitato gli Stati a continuare nel cammino di riforma, adottando una strategia comune che consenta all’Eurozona di rilanciarsi.
LA CRESCITA È DEBOLE – “Lo slancio alla crescita si è indebolito durante l’estate e le recenti stime sono state riviste al ribasso”, ha affermato Draghi, sottolineando come “disoccupazione alta, capacità produttiva inutilizzata e necessari aggiustamenti di bilancio” abbiano inficiato sul sistema economico del Vecchio Continente. A minare il clima di fiducia, poi, ci si mettono anche le crisi geopolitiche e i “possibili rischi al ribasso sull’outlook dell’inflazione”.
Il tutto, quindi, genera un quadro con “prospettive economiche al ribasso” e “una ripresa modesta nel 2015-2016”, quando “la domanda dovrebbe essere sostenuta da numerosi fattori, tra cui le misure di politica monetaria e progressi nel consolidamento dei bilanci e le riforme in alcuni Paesi”.
IN ALCUNI CASI LE RIFORME HANNO “PROGRESSI INSUFFICIENTI” – Proprio le riforme strutturali avviate dai Paesi dell’Euro-zona, secondo Draghi, tardano, in alcuni casi, a dare gli effetti sperati. Come ha sottolineato il numero uno della Bce, nel 2014, esse hanno dato luogo a “progressi insufficienti”, che non facilitano il ripristino della ripresa economica.
Detto altrimenti, per Draghi, gli Stati devono ancora darsi da fare, concordando “degli impegni a breve termine per le riforme strutturali”, che, a loro volta, consentirebbero “l’applicazione conseguente del Patto di Stabilità e Crescita”.
“Per superare la crisi c’è bisogno che torni la fiducia e perché questa torni c’è bisogno di un costrutto di politica economica che dimostri che siamo capaci di muoverci verso una maggiore integrazione”, ha, poi, ribadito Draghi, che auspica che il 2015 sia l’anno dell’adozione di una “strategia comune”, che consenta alle economie europee di “ritornare in carreggiata”.
LA BCE CONTINUERÀ A FARE IL NECESSARIO – Pur ricordando, poi, che la “politica monetaria da sola non basta” a favorire la crescita, secondo il presidente della Bce, Francoforte “continuerà a fare tutto il necessario nell’ambito del proprio mandato” per preservare l’Euro, una moneta che Draghi da definito “irreversibile”.
“Il pacchetto di misure per aiutare il credito sta dando risultati tangibili”, ha affermato l’ex governatore di Bankitalia, che ha sottolineato, tuttavia, come ci voglia ancora “tempo per vederli materializzare”. In sostanza, Draghi evidenzia come Francoforte continuerà a concentrarsi con misure monetarie a favore del credito “fino a un livello tale da raggiungere il sostegno ricercato a favore dell’inflazione e della ripresa economica”.
Draghi, quindi, non ha escluso l’ipotesi, ove fosse necessario, di utilizzare strumenti non convenzionali come l’acquisto di bond sovrani per favorire una nuova crescita del credito nell’ambito dell’Unione Europea.