Crisi Ucraina. Accordo a Ginevra ma resta alta la tensione nell’Est
L’incontro a 4 tra Russia, Ucraina, Usa e Ue tenutosi a Ginevra si è concluso con la sottoscrizione di un accordo che prevede il disarmo dei miliziani filorussi nell’Est ucraino, in questo momento occupano molti edifici governativi, che d’altra parte non hanno mostrato l’intenzione di abbandonare le barricate.
L’accordo sulla de-escalation prevede una serie di “passi concreti” per arrivare a un “disarmo bilanciato”: dovranno essere rimossi i blocchi stradali ed è stata prevista un’amnistia per chiunque abbia combattuto in questi giorni nelle strade di Donetsk, Luhansk e di tutte le altre città delle regioni orientali, a meno che non abbia commesso reati gravi, d’altra parte il governo di Kiev si asterrà dal compiere ulteriori azioni repressive e si è impegnato per promuovere un dialogo nazionale sulle riforme costituzionali; il processo verrà monitorato da osservatori OSCE.
John Kerry, segretario di stato Usa, si è detto soddisfatto “a patto che alle parole seguano i fatti”, Obama ha, invece, ribadito la possibilità di imporre nuove sanzioni alla Russia nel caso non vengano mantenuti gli accordi; anche Lavrov, ministro degli Esteri russo, che ha negoziato l’accordo anche con Lady Ashton, capo della diplomazia Ue, e il ministro degli Esteri di Kiev, Deschizia, ha palesato la propria soddisfazione visto che la Russia, per dirla con Putin, “spera di non dover usare la forza in Ucraina”; adesso l’accordo sarà messo alla prova dei fatti, sarà ancora più dura perché non sono state date scadenze per il raggiungimento degli obiettivi di Ginevra.
Il vice comandante delle milizie volontarie pro-Mosca, Serghei Tsipliakov, ha dichiarato che il fronte combattente delle regioni dell’Est non si sente legato all’accordo poiché “noi non abbiamo firmato niente”: i miliziani vogliono continuare la loro battaglia per il referendum sulla sovranità delle regioni orientali dell’Ucraina, forse anche per l’annessione alla Russia, comunque non lasceranno gli edifici occupati se non dopo le dimissioni del governo “illegale” di Kiev.
I servizi segreti ucraini hanno confermato che l’operazione anti-terrorismo sta continuando – a Sloviansk è stato ripreso il controllo della sede di un’emittente televisiva – ma in vista di Pasqua (sarà il 20 Aprile anche per gli ortodossi) si passerà a una sua fase “non attiva” volta “unicamente a garantire la sicurezza intorno alle posizioni degli occupanti”.
Il premier ucraino Yatseniuk, anche se ha detto di non nutrire speranze “illogiche” rispetto all’accordo firmato a Ginevra, ha concesso sei mesi per la discussione di alcuni emendamenti alla Costituzione che concedano maggiore autonomia alla Regioni.
Guglielmo Sano