Stati Uniti, Datagate: non passa la riforma della NSA
Niente riforma, appuntamento all’anno prossimo. Il Senato degli Stati Uniti ha respinto la proposta di riformare la NSA, la National Security Agency finita nell’occhio del ciclone dello scandalo Datagate. Quasi tutti i senatori repubblicani hanno votato contro, opponendosi a una revisione profonda dei poteri nelle mani dell’agenzia.
Lo stop del Senato
Circa un anno e mezzo dopo l’esplosione dello scandalo Datagate, la riforma è andata a sbattere contro lo scoglio del voto procedurale del Senato necessario per avviare la discussione: servivano 60 voti per innescare il processo, ne sono arrivati 58. Lo stop del Senato rinvia così all’anno prossimo il dibattito sulla riforma arenatasi sul Patriot Act (la legge anti-terrorismo approvata subito dopo l’11 settembre e che dà all’intelligence e all’autorità giudiziaria ampi poteri per indagare nella vita privata dei cittadini) che mirava a modificare.
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Usa Freedom Act
Il progetto di riforma, chiamato USA Freedom Act, intendeva porre fine alla raccolta automatica di dati dalle conversazioni degli americani. “Questo è il momento peggiore possibile per legarci le mani dietro la schiena” ha dichiarato Mitch McConnell, leader dei repubblicani in Senato, sostenendo che una riforma del genere potrebbe consentire ai terroristi di intrufolarsi tra le maglie più larghe dei controlli. “Questa riforma ci riporterebbe in pratica a una situazione pre-11 settembre” ha aggiunto il senatore repubblicano John Cornyn, “penso che sarebbe una sorta di disarmo unilaterale e sarebbe un male per il paese”.
La risposta dei Democratici
Il senatore democratico Patrick Leahy, tra i principali autori del testo, ha sempre respinto le critiche sostenendo che la riforma avrebbe sì messo dei paletti alla NSA, ma l’avrebbe fatto in modo responsabile. In sostanza sarebbe stata vietata la raccolta di grandi quantitativi di dati, una pratica che anche il presidente Obama ha dichiarato di voler interrompere. “Sono ovviamente deluso per l’esito del voto” ha detto Leahy, “ma continuerò a combattere”.
Lo scandalo Datagate
Lo scandalo Datagate, portato alla luce dalle rivelazioni di Edward Snowden, non ha trasformato l’indignazione popolare in sufficiente spinta politica. In molti negli Usa chiedono una riforma del Patriot Act e un limite ai poteri della National Security Agency: l’USA Freedom Act aveva ottenuto il sostegno di molti esponenti del Partito Repubblicano ma questo non è bastato a superare l’esame del Senato.
Immagine in evidenza: photo by DonkeyHotey – CC BY 2.0