Jobs Act, riforme, dissidi interni. A cui ora si aggiunge anche la fobia del sorpasso. Acque agitate in Forza Italia, un partito alla ricerca di se stesso e stretto tra i problemi giudiziari del leader – che ne impediscono un impegno a tempo pieno ed in prima persona sul versante politico – e la straripante ascesa di Matteo Renzi a sinistra. A cui però si aggiunge anche un’altra avanzata, direttamente nella propria metà campo: quella della Lega Nord di Matteo Salvini.
I malumori del Nazareno
Il patto sulle riforme tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi è all’origine delle frizioni interne al partito forzista. Stretto tra sostenitori del dialogo – come Denis Verdini, tra i promotori dell’incontro del Nazareno – ed esponenti come Raffaele Fitto, già da tempo critico nei confronti delle modalità di selezione della leadership all’interno del partito e della coalizione.
Il dissenso si è acuito con le ultime accelerazioni del premier a proposito della legge elettorale, volte a dare un’impostazione bipartitica al sistema politico italiano. Un obiettivo a lungo inseguito dall’ex Cav, soprattutto negli anni d’oro del Pdl. Ma che ora, con numeri molto più esigui, rischia di risultare solamente un assist d’oro ai progetti di egemonia di un PD forte dello straordinario successo delle ultime Europee.
Sondaggi, Forza Italia e la Lega che incombe
Le frizioni certificano – ed al tempo stesso acuiscono – i problemi di un partito con sempre meno appeal elettorale. E, al tempo stesso, pongono le basi e giustificano la ritrovata salute della Lega Nord. E sul tavolo dell’ex premier arrivano numeri da far tremare i polsi: secondo le ultime cifre diffuse da fonti attendibili, la Lega avrebbe già azionato la freccia per il sorpasso. A partire dall’Emilia Romagna – dove il 23 novembre si voterà per le regionali – con le truppe di Salvini in doppia cifra e accreditate addirittura di 1-2 punti di vantaggio rispetto a Forza Italia. A cui si aggiungono sentori di un prevedibile crollo anche in Calabria, altra regione dove si voterà domenica.
Con un tale scenario, il sogno di un “Predellino bis” rischia di trasformarsi nell’incubo del “sorpasso a destra”. Legittimando ulteriormente l’autocandidatura di Matteo Salvini a leader della nuova coalizione di centrodestra da contrapporre allo strapotere renziano.