Il Pd sul lettino dello psichiatra. Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), offre una personale lettura sulle divisioni all’interno del partito democratico. “Il Pd ha la sindrome dei separati in casa, e se gli elettori sono i figli, allora è come una coppia che sta insieme solo per loro; ma per i figli, questa è la cosa peggiore”.
“Quello che si sta realizzando – commenta Mencacci a margine della conferenza nazionale della Sip, ‘Mens sana in corpore sano’ – è il progressivo calo del gelo tra le componenti del partito, perchè, sotto il falso input del mantenere rapporti civili, si stanno invece consumando i pensieri più aggressivi e di assoluto disgusto di una componente verso l’altra. Vediamo – rileva – due modi diversi di affrontare i problemi e di trovare una dimensione per adattarsi ai tempi attuali”. Problemi di comunicazione, in sintesi. “Nel Pd si parlano linguaggi e si usano vocabolari completamente diversi; è come quando una coppia dice di voler invecchiare insieme ma poi ognuno dei componenti dichiara di sentirsi solo pur in compagnia”.
C’è anche un analisi su Matteo Renzi: “Ha la velocità, la determinazione e la propensione al multitasking indispensabili nell’epoca in cui viviamo – afferma Mencacci – e lo si vede dalla facilità nell’affrontare vari argomenti velocemente. In questo senso, Renzi si distacca dal resto dell’apparato di partito, che appare invece appesantito, richiedendo procedure e atteggiamenti farraginosi, che sono ormai fuori dai tempi”. Mencacci al premier dà anche un consiglio: “Credo che Renzi debba andare avanti così come sta facendo, mentre altri debbano fare un passo indietro; ci sono persone che hanno fatto il loro tempo, ora – conclude lo psichiatra – è bene lasciare la strada aperta ai giovani”.