Durante un monologo di Roberto Saviano sull’Eternit interveniva anche Romana Blasotti (qui il video da “Quello che (non) ho”), una donna che, per colpa dell’amianto, ha seppellito suo marito, sua figlia, sua sorella, sua nipote e sua cugina. Il processo che doveva rendere giustizia a Romana e a tutte le altre vittime di chi, pur conoscendo i rischi per l’ambiente e la salute, ha continuato a produrre, s’è concluso in Cassazione il 19 novembre con una sentenza di annullamento delle condanne e dei risarcimenti perché i reati sarebbero prescritti. Il fatto è stato accertato, ma l’unico responsabile ancora in vita non può più essere punito.
La normativa italiana in tema di prescrizione ricorda che diritto e ingiustizia possono coincidere: il giudice non poteva non applicare la legge vigente, ma non è stata resa giustizia. La riforma di questo istituto, rinnegata anche dal primo firmatario del progetto di legge, Edmondo Cirielli, ha, del resto, un padre nobile che, per anni, ha stuprato il diritto piegandolo ai suoi interessi: Silvio Berlusconi. L’art. 6 della Legge del 5 dicembre 2005 n. 251 ha riscritto interamente l’art. 157 e il secondo comma dell’art. 161 del Codice Penale, prevedendo che “la prescrizione estingue il reato decorso il tempo corrispondente al massimo della pena edittale stabilita dalla legge” e che “in nessun caso l’interruzione della prescrizione può comportare l’aumento di più di un quarto del tempo necessario a prescrivere”. La “Ex Cirielli” è un “obbrobrio” (così la definì Marvulli, primo Presidente della Cassazione) ha sostituito il più tradizionale sistema di prescrizione “a scaglioni” con termini ridotti per tutti i reati, salvo quelli minori.
Allora quella riforma fu spacciata per un segno di civiltà dai “garantisti” che la votarono –Forza Italia, l’UDC di Casini, l’Alleanza Nazionale di Fini, Meloni e Gasparri, la Lega Nord di Bossi, Maroni e Salvini. Ma quale è il garantismo di un istituto che, così concepito, induce il sistema a negare la giustizia alle vittime di un reato? La prescrizione, dopo la riforma del centrodestra, non ha accorciato i tempi dei processi, ne vanifica gli effetti: è diventata garanzia di impunità. Questo, del resto, era lo scopo di chi in piazza chiede pene esemplari per i ladri di galline mentre, in Parlamento, distrugge il diritto penale e processuale per favorire gli amici e gli amici degli amici.
Andrea Enrici