Si tratta di uno dei più grandi sequestri, avvenuti in Colombia, di droga destinata ai mercati esteri. “Questo è forse uno dei più importanti sequestri di droga nella storia di Cartagena, quasi sette tonnellate di cocaina”, così ha commentato il ministro della Difesa Juan Carlos Pinzón al termine dell’operazione antidroga condotta dalle autorità colombiane. Circa 7 tonnellate di cocaina, caricate a bordo di una nave diretta verso Rotterdam (Paesi Bassi), sono state sequestrate presso il porto di Cartagena de Indias, capitale del dipartimento colombiano di Bolívar.
La Colombia è uno dei principali produttori mondiali di cocaina ma, secondo i recenti dati dell’UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), al momento è stato “sorpassato” dal Perù. Nel secondo dopoguerra, quasi tutta la produzione di cocaina della regione andina era diretta verso gli Stati Uniti, dove la domanda è calata drasticamente di recente, mentre in Europa è iniziata a crescere rapidamente nell’ultimo decennio.
La cocaina è solitamente trasportata dalla Colombia al Messico via mare, per poi essere diretta via terra verso gli Stati Uniti e il Canada. Durante gli anni Ottanta e Novanta, le organizzazioni criminali colombiane gestivano il traffico di droga, collaborando con i gruppi messicani, i quali trasportavano gli stupefacenti sul loro territorio.
Dopo il successo delle operazioni di smantellamento dei cartelli della droga realizzate dal governo colombiano, in collaborazione con quello degli Stati Uniti, sono emersi i gruppi messicani, i quali hanno stretto delle importanti alleanze, soprattutto con la ‘ndrangheta. Quest’alleanza è vantaggiosa per entrambi: infatti, i messicani si occupano del trasporto all’interno del continente americano e del viaggio intercontinentale, mentre la ‘ndrangheta s’impegna a garantire sbocchi sicuri e prospettive più redditizie. A tal proposito, secondo le inchieste delle autorità statunitensi, la ‘ndrangheta si sta impegnando ad aiutare i narcos messicani ad assicurarsi il controllo diretto della droga colombiana alla sua fonte.
Nel frattempo, il governo messicano ha avvisato che prossimamente diffonderà un elenco di persone e società legate al narcotraffico e alle quali bloccherà l’accesso al sistema finanziario del Paese. Tale lista comprenderà anche i soggetti individuati dall’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti e quelli riguardanti il terrorismo documentati dall’ONU. Non si tratta di un’indagine di natura penale, ma di una restrizione agli intermediari finanziari: le persone e le compagnie presenti nella lista non potranno effettuare transazioni bancarie, in borsa o con qualunque altra istituzione del sistema finanziario regolato dalla Segretaria delle Finanze e del Credito Pubblico del Messico.
Poiché negli ultimi anni sono state numerose le istituzioni finanziarie che hanno permesso il riciclaggio di denaro attraverso le loro operazioni, questa iniziativa delle autorità messicane sarà abbastanza adeguata da contrastare efficacemente le organizzazioni criminali?