Il Venezuela tra crisi politica ed economica
Il Venezuela è a un bivio. O saranno introdotte misure di aggiustamento dell’economia, o si passerà da un’inflazione al 50-55% all’iper-inflazione: è questa la sintesi delle proiezioni del Fondo Monetario Internazionale sull’economia del Paese sudamericano, che rischia di passare da una crescita galoppante dei prezzi a una vera e propria iper-inflazione. Il governo è considerato come il principale responsabile della grave crisi economica, che va a braccetto con quella politica iniziata lo scorso febbraio.
A tal proposito, martedì si sono svolti, per la seconda volta, i negoziati fra i rappresentanti del governo venezuelano e quelli dell’opposizione. All’incontro, presieduto dal Vicepresidente del Venezuela Jorge Arreaza, hanno partecipato esponenti dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUD) e l’arcivescovo della Chiesa cattolica, Aldo Giordano. I rappresentanti governativi hanno respinto le richieste avanzate dall’opposizione su un’amnistia per i leader delle proteste adesso in carcere.
Al termine della riunione, il Segretario della coalizione Mesa de la Unidad Democrática, Ramón Guillermo Aveledo, ha dichiarato che la sua proposta di una legge di amnistia era stata respinta ma, nonostante ciò, tenterà di risolvere presto il problema dei “prigionieri politici”. Infatti, numerosi politici di alto profilo dell’opposizione sono ancora in carcere, come Leopoldo López Mendoza, accusato d’incitamento alla violenza, e Daniel Ceballos ed Enzo Scarano, ovvero rispettivamente i sindaci di San Cristóbal e San Diego.
Nel frattempo, un tribunale militare di Caracas ha accusato tre generali (Oswaldo Hernández, José Machillanda e Carlos Millán) e un capitano (Juan Carlos Nieto) in pensione delle forze armate d’istigazione alla rivolta per la loro presunta appartenenza a un gruppo di militari arrestati per essere dietro ad un presunto piano di colpo di Stato. Già all’inizio della settimana il Capo del Comando Strategico Operativo della Fuerza Armada Nacional Bolivariana (FANB), il generale Vladimir Padrino, aveva dichiarato che “appelli sovversivi e irrispettosi” sono stati rivolti alle forze armate per rovesciare Maduro, intrapresi “da ex capi militari che principalmente vivono all’estero e sottostimano la coscienza patriottica e costituzionale” dei militari “e della popolazione”.