Si allontana la prospettiva di avere una legge elettorale entro dicembre. Anche se Matteo Renzi non vuole sentire ragioni e punta il tutto e per tutto su un’approvazione in tempi rapidi, tra gli uomini vicini al Premier si sta diffondendo la convinzione che il testo non arriverà in aula prima di gennaio. La notizia appare positiva sia per Berlusconi che per l’NCD terrorizzati dall’idea di dover tornare alle urne nel 2015. Il punto debole dell’attuale proposta di legge è la mancanza di un sistema elettorale valido per il senato, ed attorno a questo punto si sta sviluppando il fulcro della discussione politica.
Ieri infatti anche Giuseppe Tesauro, ripetendo il concetto già espresso dall’ex presidente della Consulta, Gaetano Silvestri, ha dichiarato: “Serve una norma per il Senato, altrimenti, meglio rinviare a dopo che sarà stata approvata la riforma costituzionale”. Ma queste non sono state le uniche dichiarazioni negative in merito alla legge da parte dell’estensore che a gennaio aveva cassato il Porcellum, il quale ha parlato anche di “dubbi sulla compatibilità costituzionale” dell’Italicum, anche nella seconda versione.
La soluzione all’impasse viene avanzata dal deputato renziano Ernesto Carbone: “La soluzione potrebbe stare nell’adozione dell’Italicum anche per il Senato, ma con lo scorporo dei seggi su base regionale, come vuole una sentenza della Consulta”, ma Anna Finocchiaro non sembra essere molto favorevole a questa soluzione e propenderebbe per lasciare in vigore per il senato il sistema proporzionale con preferenza, ovvero il cosidetto Consultellum.
Il renziano Roberto Giachetti commenta gli ultimi sviluppi descrivendo quella che a suo avviso appare una trappola politica per il premier e scrive su twitter: “Italicum solo per la Camera incostituzionale? Potrei dire Cvd ma preferisco no comment” prevedendo “Che bisognerà provvedere per il Senato col risultato che tutti accuseranno Renzi di farlo per andare al voto”.
E a suffragio delle cupe previsioni arrivano le accuse e le minacce, tra cui quelle di Saverio Romano “Renzi ci dica senza ipocrisie se vuole completare il percorso delle riforme o portarci al voto” dell’ex An Francesco Aracri “Noi intanto l’Italicum così com’è non glielo votiamo” e di Augusto Minzolini “è un miraggio questa storia che se approviamo l’Italicum partecipiamo all’elezione del Quirinale”. Renato Brunetta invece non teme le elezioni e si scaglia contro l’Italicum:
“Esperiamo questo tentativo con l’Italicum aspetto di vedere come evolverà. Adesso vogliono fare la legge elettorale anche per il Senato, perchè vogliono avere la pistola carica per far fuori tutti con l’Italicum. Che però a questo punto non è più una buona legge elettorale. Per me prima si va a votare e meglio è, altro che 2018. E non verserò una lacrima di rammarico quando il presidente Napolitano si dimetterà, perchè lui è il responsabile di questa deriva, con il terzo governo non eletto”.