Il percorso della legge di stabilità si complica ancora di più. Come se ce ne fosse ancora bisogno. La nuova polemica gira intorno alla fantomatica social card che, secondo un emendamento alla legge di stabilità presentato dal governo, potrà essere estesa anche agli extra comunitari. Come? 40 euro al mese e con una ricarica di 80 euro ogni due. Il dispositivo esiste già ed è attuato in 12 comuni sopra i 250mila abitanti. Il provvedimento ha, ça va sans dire, creato scompiglio in Parlamento. E soprattutto all’interno della maggioranza. Già ieri, infatti, il Nuovo Centrodestra e la Lega (anche se opposizione) hanno iniziato a bombardare le agenzie con uscite e sparate al vetriolo contro il governo e in particolare contro il ministero di Economia e Finanza che, in serata, è dovuto intervenire sul tema.
I primi a gridare alla truffa sono deputati e senatori del Carroccio. Calderoli denuncia il “regalo”. A chi? Ce lo spiega subito lo statista che definì, in tutto il suo impeto, la Kyenge un “orango”: “l’ennesimo provvedimento razzista nei confronti degli italiani”. Un emendamento contra personas, insomma. Dopo vent’anni di leggi ad personam, bisognava invertire tendenza. Poi non può certo mancare il “twittatore” folle Maurizio Gasparri (a cui è stata fantozzianamente dedicata una pagina facebook dal titolo rivelatore “Gasparri insulta la gente”): “la social card estesa agli immigrati è una provocazione inaccettabile” perché “il regalo agli immigrati Renzi non può farlo sulla pelle degli italiani”.
“Il governo ritiri l’emendamento sulla social card agli stranieri” è infine la minaccia di Nunzia De Girolamo (capogruppo Ncd alla Camera), Paolo Tancredi (capogruppo Ncd in commissione Bilancio) e Barbara Saltamartini (vicepresidente Ncd in commissione Bilancio). L’emendamento, concludono, “va riformulato” perché “non è chiaro se il governo voglia estendere la social card o destinare risorse per ottemperare a precedenti obblighi e sanare il contenzioso con le Poste”.
Per stemperare gli animi incendiari del Transatlantico, è attivata addirittura una nota del Mef. Via XX Settembre, nella serata di ieri, ha dovuto precisare che l’emendamento non comporta altri carichi da parte dei contribuenti. Anzi. “Lo stralcio della norma- si legge- avrebbe quindi come conseguenza la mancanza per Poste (l’ente titolare di erogare il servizio di pagamento, ndr) della titolarità giuridica ad effettuare il servizio”. Infatti “Poste spa dovrebbe quindi recuperare le somme erogate da gennaio 2014 a marzo 2014”. Poi il dicastero di Padoan conclude: “Si sottolinea che il ddl di stabilità, nella versione approvata dal Consiglio dei Ministri, prevede il rifinanziamento per il 2015 della carta acquisti per un importo pari a 250 milioni di euro, la stessa cifra stanziata per il 2014”. Ergo: prendetevela con Enrico Letta.
Infine un cenno alla questione bonus bebè, originariamente previsto per i redditi familiari complessivi non superiori a 90.000 euro. In Finanziaria le condizioni paiono cambiare, infatti si parla degli 80 euro elargiti ai nuclei familiari che non superano un valore dell’indicatore Isee di 25.000 euro e che hanno avuto o adottato un bambino nel 2015. Il bonus raddoppierà per le famiglie che hanno un’indicatore Isee inferiore ai 7.000 euro.