Canone in bolletta, si alza un coro di no alla proposta del governo
Pagare di meno, ma tutti all’insegna dell’equità e della lotta all’evasione. Il governo proporrà di introdurre il Canone Rai, una delle tasse meno pagate, nella bolletta della luce elettrica. Il ragionamento di Palazzo Chigi, infatti, è quello per cui chi ha un’utenza elettrica può anche permettersi un televisore e, quindi, di pagare il canone.
A confermare quanto già aveva anticipato nei giorni precedenti il quotidiano Il Messaggero è il viceministro all’Economia Enrico Morando, durante la discussione in Commissione bilancio della Camera dei Deputati della Legge di Stabilità. Un provvedimento, quest’ultimo, già investito, in questi giorni, dalle polemiche sulla social card agli extracomunitari.
Esenzioni per le fasce meno abbienti
La proposta del governo del Canone in bolletta prevede il pagamento di un importo inferiore rispetto ai 113,50 euro dovuti sborsare fino ad oggi. La quota dovrebbe essere compresa tra 60 e 80 euro, a seconda delle dichiarazioni Isee, e stabilisce l’esenzione per chi ha un reddito inferiore ai 7.500 euro.
Ancora non è chiaro, poi, se la misura sarà indirizzata anche a seconde e terze case che, oggi, sono escluse. Una cosa è certa: che il governo vuole coprire un gettito di 1,7-1,8 miliardi, evitando un’evasione della tassa, stimata attorno ai 450 milioni di euro.
AEEGSI, Assoelettrica e Consumatori: Un coro di no
La proposta sta già facendo discutere, tant’è che le alzate di scudi si moltiplicano su più fronti. La prima a dire no al disegno del governo è proprio l’Autorità per l’Energia, da cui provengono perplessità di carattere tecnico. “È una modalità impropria di riscossione ed è di difficile applicazione” ha affermato il presidente Guido Bortoni, il quale ha anche sottolineato che “la bolletta della luce è già composta da una serie di voci che sono al di fuori del prezzo dell’energia. Si rischia di creare ulteriore difficoltà nella comprensione della bolletta”.
Anche Assoelettrica è contraria all’idea. Il presidente Chicco Testa afferma che “c’è un evidente problema di legittimità e c’è una grande complicazione burocratica, oltre a costi pesantissimi per le aziende”.
Un problema, quello legato alle implicazioni burocratiche della manovra, condiviso anche dal Codacons: “La legge afferma che tale imposta è dovuta da chi possiede un apparecchio adibito alla ricezione di radioaudizioni televisive, ma imporre al cittadino l’onere di dimostrare di non avere tali strumenti nella propria abitazione, pena l’addebito diretto in bolletta, appare un atto abnorme che finirà per complicare la vita ai cittadini”, ha sottolineato il presidente Carlo Rienzi, che si dice pronto ad “impugnare qualsiasi provvedimento in tal senso”.
Anche Adusbef e Federconsumatori sono saliti sulle barricate, sostenendo come “balzana e illegale” una proposta che andrebbe a toccare quei consumatori che non hanno la televisione.
No anche da NCD e Lega Nord
I malumori, poi, riguardano anche più direttamente e trasversalmente la politica. Nella maggioranza, scintille tra Pd e Nuovo Centrodestra, con l’ex ministro De Girolamo che parla di “assurdità” e di opposizione con forza degli alfaniani. Anche la Lega Nord bolla la proposta come vergognosa, annunciando di voler far “ricorso ovunque, anche in Europa”.