“Questo Pd mi preoccupa perché è sempre più in linea con gli interessi più forti e meno vicino agli interessi e alle domande delle persone che cercano lavoro e che sono precarie”. La nuova stoccata al PD targato Renzi arriva da Stefano Fassina, esponente della minoranza dem, intervistato dal Gr1 Rai. L’attacco arriva a stretto giro, dopo la lettera inviata dal premier Matteo Renzi al quotidiano Repubblica.
Fassina attacca Renzi: “Innovazione regressiva”
L’esponente della sinistra dem replica al premier, inserendosi nella discussione riguardante il dna della sinistra italiana. Per Fassina il cambiamento sponsorizzato da Renzi non è positivo: “il tentativo di Renzi è un’innovazione regressiva. E’ evidente che il cambiamento è necessario, ma dev’essere un cambiamento progressivo. Invece l’innovazione proposta da Renzi è solo un’illusione: l’illusione che svalutando il lavoro si possa generare crescita e ripresa”.
Chiusura sul Jobs Act: “Non soddisfa, diremo di no”
L’ex viceministro dell’Economia torna nuovamente sul Jobs Act, che continua a non convincere, nonostante il compromesso raggiunto qualche giorno fa. Fassina non usa mezzi termini: “La soluzione trovata non è soddisfacente. Rimane un intervento che fa arretrare le condizioni del lavoro, e la parte che dovrebbe contrastare la precarietà è puramente virtuale e senza risorse”.
Poi spiega l’assenza di emendamenti targati PD: “Presentare emendamenti, dati i numeri in aula alla Camera, non avrebbe avuto senso. Sarebbe stato solo un modo per ritardare. Esprimeremo la nostra valutazione negativa nel voto che si farà sul provvedimento”. Sul ddl lavoro gli fa eco l’ex presidente del PD, Gianni Cuperlo: “Così come è, il Jobs Act non lo posso votare”.