Landini insiste “Governo non interviene contro i disonesti”
Accuse. Retromarcia. Ancora ancora accuse. Maurizio Landini, in un’intervista al Fatto Quotidiano, spiega meglio le sue parole sui disonesti che “sosterrebbero” il governo Renzi. Parole che avevano scatenato le ire del Pd. “L’onestà è un problema vero. L’Italia ha 60 miliardi di euro di corruzione, 180 di evasione, il falso in bilancio che non è reato, nessuna legge sul rientro dei capitali. Ma questo è il punto che non si vuole affrontare. Perchè il governo su questo non fa i decreti? Perchè non ha la stessa forza che ha messo sull’articolo 18?” chiede il segretario della Fiom che aggiunge “i lavoratori sono la parte onesta – dice – e c’è una parte disonesta del Paese contro cui non si interviene. Chi è onesto non conta nulla e si fanno leggi che continuano a garantire ai disonesti di fare i disonesti”. “Si fa fatica a dire che siamo in presenza di un governo di sinistra. Sia per le politiche che fa sia per la presenza del Ncd. Il vero ministro del lavoro, in realtà, è Maurizio Sacconi. Le politiche che sta facendo Renzi sono quelle della Confindustria, dei poteri forti”, attacca Landini. Sul Jobs Act, “che il governo non intendesse fermarsi ci è stato chiaro fin dall’inizio. Ma anche noi non ci fermeremo. Impediremo che vengano applicate certe norme nelle aziende e nei territori. Se le imprese pensano che non succeda nulla, se lo scordino. Non escludiamo nulla neanche sul piano giuridico. Non pensino che ci possono licenziare tranquillamente. Il lavoro deve avere dei diritti”.
Anche il segretario della Cgil, Susanna Camusso, critica la riforma del lavoro del governo. Nel Jobs Act “c’è un’idea a mio parere sbagliata che delega alle imprese, sciolte da ogni vincolo, lo sviluppo del Paese come se la politica dovesse essere spettatrice e non protagonista. Uno scambio del tipo: io governo ti libero dalle leggi che tutelano i diritti minimi dei lavoratori e tu ti occupi di produrre, fare profitti e, se riesci, a dare lavoro”. Non certo, conclude Camusso, “una riforma di sinistra”.
A Camusso e Landini, risponde indirettamente il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia. “Io so che gli statali fanno una richiesta legittima, e auspico di poter sbloccare i loro contratti l’anno prossimo. Ma ora è giusto partire dalle emergenze: non credo ci sia un solo euro nella legge di stabilità che avrebbe dovuto essere altrove” afferma in un’intervista a La Stampa. Più duro il sindaco di Firenze, Dario Nardella che in un’intervista a Repubblica dichiara: “Renzi, piaccia o no, sta trasformando la politica da ancella a protagonista, a partire dalla sfida dell’Europa. Dai sindacati vorrei vedere quel coraggio di cambiare che abbiamo preteso prima da noi stessi. Capisco che i sindacati dei lavoratori difendano chi un lavoro già ce l’ha, ma chi governa un Paese deve occuparsi anche degli altri, di chi il lavoro non ce l’ha o ce l’ha senza tutele”.