La riforma della Rai, la Tv di Stato, sta pian piano prendendo forma. E, stando alle rivelazione di Repubblica, i cambiamenti saranno piuttosto radicali.
Canone a 65 euro e per tutti
La prima innovazione riguarderà, come peraltro già nell’aria da tempo, la revisione del canone di abbonamento, una tassa spesso evasa e odiata da buona parte degli italiani. Ebbene, secondo le modiche in procinto di essere recepite nella legge finanziaria, dal 2015 eludere il canone diventerà pressoché impossibile: il governo, infatti, avrebbe l’intenzione di agganciarlo alla bolletta dell’energia.
Cambierà, di conseguenza, anche l’importo: non più 113,50 euro ma 65, che sarà possibile diluire per ciascuna delle bollette (mensile o bimestrale a seconda del gestore), fin quasi a sparire dunque nella percezione collettiva. Sparisce il legame con il possesso dell’apparecchio televisivo: il canone sarà per tutti e per tutte le abitazioni. Di conseguenza, coloro che possiedono più case si vedranno costretti a pagare due vote la tassa. L’esecutivo prevede di incamerare un gettito di 1,8 miliardi.
Alla testa della Rai un amministratore delegato
Rivoluzione anche ai vertici. Sparirà la figura del direttore generale (attualmente ricoperta da Luigi Gubitosi) , sostituita da quella di un amministratore delegato, analogamente a quanto avviene per le aziende private. Il cda passerà dagli attuali nove a cinque componenti, che però continueranno a essere scelti dal Parlamento. Il presidente, infine, dovrebbe essere indicato dal cda ed eletto dalla commissione di Vigilanza. Il tutto per provare finalmente a dare un colpo mortale alla lottizzazione della politica, che da sempre governa la selezione dei vertici.