Legge stabilità, l’OK dell’Ue dà fiducia al governo. Un via libera che verrà reso ufficiale venerdì prossimo ma già ampiamente ventilato all’interno della Commissione. Il Governo Renzi può stare tranquillo dunque almeno fino a marzo. In primavera il governo di Bruxelles renderà note le previsioni economiche in base alle quali verificherà la tenuta dei conti continuando a monitorare lo stato delle riforme.
Legge Stabilità, l’Ue apprezza l’impegno del Governo Renzi
L’Unione Europea dimostra così di apprezzare l’impegno messo dal Governo italiano sul tema delle riforme concedendo all’Italia un credito tutt’altro che scontato. Ovviamente soddisfatto Pier Carlo Padoan: “Viste le condizioni stiamo facendo il meglio e questa mia convinzione è rafforzata dal giudizio della Commissione europea. Dobbiamo tenere conto della bassa crescita, dell’inflazione a zero e dell’alto debito pubblico. Con questi dati abbiamo fatto tutto quello che potevamo e Bruxelles ce ne dà atto”.
Legge Stabilità, l’ottimismo di Pier Carlo Padoan
Una scadenza, quella di marzo, che il Governo non sembra temere. Ed è facile evincerlo dalle parole dello stesso ministro dell’Economia che spiega: “Sono convinto che quanto stiamo facendo sulle riforme strutturali ci consentirà di superare anche quell’appuntamento, arriveremo alla primavera con diversi provvedimenti approvati, a partire dal Jobs Act, e le perplessità di qualche nostro partner europeo sulla nostra capacità di approvare davvero le riforme, e di conseguenza sostenere il debito pubblico, saranno eliminate. Per questo sono certo che non ci saranno problemi”.
Obiettivo: i 300 miliardi del piano Junker, l’Italia presenterà lista progetti da 87 miliardi
Il governo Renzi, e nella fattispecie Padoan, sembrano guardare già avanti. Obiettivo, per il futuro dell’Italia e dell’Europa, il piano di investimenti da 300 miliardi che Jean Claude Junker presenterà mercoledì al Parlamento di Strasburgo. “Il piano può davvero far cambiare le prospettive dell’Unione” commenta Padoan. L’Italia in merito ha già presentato una lista di progetti finanziabili con parte dei 300 miliardi del piano Junker. Richieste che ammonterebbero ad 87 miliardi, la cifra più alta tra i paesi dell’Ue, e che difficilmente potranno trovare completa approvazione. C’è da superare lo scetticismo dei paesi del nord Europa, la Germania su tutti, nonostante Padoan ci tenga a sottolineare come l’Italia “ha spazzato le obiezioni nordiche di chi è solito dire che i problemi non sono i soldi, ma i progetti, il fatto che poi noi non siamo in grado di spendere quanto l’Europa ci mette a disposizione”.
Lo scetticismo dei paesi nordici tiene la Francia col fiato sospeso fino a venerdì
Il parere negativo dei paesi nordici sembra pesare anche sulle sorti della Francia. Parigi, con il deficit oltre il famoso tetto del 3% da tempo, chiede una proroga ulteriore per risanare i propri conti. Junker sarebbe favorevole a concedere più tempo ad Hollande ma la Germania, e la solita Merkel, premono per l’applicazione rigida delle regole. Resterà col fiato sospeso fino a venerdì dunque la Francia in attesa del giudizio che verrà fuori dall’assemblea dei 28 commissari europei.