Caos Ferrari: Marchionne caccia Mattiacci e chiama Arrivabene
Terminata una delle stagioni più infelici di sempre, a Maranello è scattata un’autentica rivoluzione. Sergio Marchionne, neo presidente della Ferrari, ha ufficializzato in mattinata l’arrivo di Maurizio Arrivabene alla guida della gestione sportiva. Il manager lombardo, grande amico della famiglia Agnelli, prenderà il posto di Marco Mattiacci, cacciato dopo nemmeno un anno a causa dei risultati a dir poco deludenti. Intanto, secondo la stampa tedesca, Sebastian Vettel sarebbe già piuttosto preoccupato per l’aria di grande incertezza che tira per la prossima stagione.
FERRARI BOCCIATA – Ad Abu Dhabi si è conclusa una delle annate più fallimentari da quando la Ferrari disputa il mondiale di Formula 1. La Scuderia italiana paga non soltanto un regolamento a tratti incomprensibile che ha ucciso lo spettacolo ma, soprattutto, la mancanza di un progetto. Il 2014 è stato un disastro sotto tutti i punti di vista, a partire ovviamente dai risultati. Le Rosse non hanno mai vinto un gran premio e se non ci fosse stato un guerriero come Fernando Alonso, si sarebbe raccolto ben poco.
All’interno del box ha poi regnato il caos più totale e cacciare un fedelissimo come Stefano Domenicali, è stata una mossa completamente sbagliata, forse folle. L’arrivo di Mattiacci ad aprile non ha portato i tanto attesi risultati, anzi potrebbe anche aver peggiorato le cose visto che guarda caso l’addio di Alonso è maturato proprio negli ultimi mesi. Coincidenze?
MARCHIONNE IL RIVOLUZIONARIO – Arrivabene non è uno qualunque: il suo curriculum vitae vanta prestigiose esperienze in multinazionali che hanno sostenuto negli anni la Ferrari e per questo conosce benissimo l’ambiente delle corse.
A lui Marchionne ha affidato il durissimo compito di riportare il Cavallino in paradiso, dopo troppi anni passati tra lo stare a guardare i più veloci e un pericoloso anonimato. A Maranello cambieranno tantissime cose nei prossimi mesi, con l’arrivo di una sessantina tra nuovi ingegneri e meccanici anche se, per tornare a vincere, ci vorranno almeno due anni.