Caldoro propone la cancellazione delle regioni
Stefano Caldoro, presidente della regione Campania, prende spunto dal recente astensionismo alle regionali, per rilanciare l’argomento che ormai è divenuto il suo cavallo di battaglia: lo scioglimento delle regioni. Caldoro sostiene che ora i tempi siano maturi per farlo, affermando che l’idea in sede governativa incontrerebbe una generale approvazione ma che da più parti si sostenga che il momento non sia quello più opportuno. “Invece va fatto ora, se ci lasciamo scappare il treno che sta passando, dovremmo aspettare almeno altri dieci anni”. Caldoro immagina le Regioni, come istituzioni aventi funzione di pianificazione, programmazione e legislazioni, ma prive della gestione amministrativa che a suo avviso dovrebbe spettare allo stato ed ai comuni.
Il governatore tuttavia precisa che la sua idea istituzionale si differenzia da quella della Lega Nord dicendo che ”condivide la strada delle macro aree, forse meno quella dei poteri”, affermando che il partito di Salvini sia più orientato verso l’autonomismo che verso il federalismo. La proposta di Caldoro non incontra invece il favore del PD, ma il governatore assicura che ”Renzi è più interessato”.
Berlusconi invece sarebbe assolutamente d’accordo con il governatore campano: “Berlusconi è d’accordo con questa mia proposta che ora comincia a fare breccia anche con altri colleghi presidenti di Regione – conclude – Da imprenditore va al nocciolo della questione e lo risolve”.
Caldoro è sempre più della necessità dello scioglimento delle Regioni, che definisce un “cancro per il paese”, anche se le regioni attualmente sono l’unico comparto dello stato in pareggio di bilancio. Il governatore Campano delinea una strada per arrivare alla soluzione auspicata: “Dal basso, prevedendo una riaggregazione per un minimo di milioni di abitanti, così da creare delle marco aree” persuaso del fatto che per applicare questo sarebbe sufficiente “aggiungere due righe all’articolo 132 della Costituzione”.
In ogni caso, Caldoro ricorda che comunque sarebbe necessario “incidere sul Titolo V della Costituzione” la parte del testo costituzionale riguardante le regioni. Il governatore infine assicura che molte di tali questioni “sono già all’esame del Parlamento”.