Sondaggi elettorali Emg per Tg La7: arretra ancora il PD, astenuti e indecisi insieme sono il 57%
All’indomani delle elezioni regionali in Calabria ed Emilia Romagna, durante il Tg La7 di Enrico Mentana viene presentato il consueto sondaggio del lunedì di Emg: fra tutti i sondaggi elettorali, quello che maggiormente nelle ultime settimane aveva segnalato una fortissima tendenza verso l’astensione all’interno dell’elettorato.
Le intenzioni di voto
Nelle intenzioni di voto ai partiti, il PD, pur avendo conquistato ieri entrambe le regioni in cui si votava, arretra in maniera significativa rispetto alla scorsa settimana passando dal 39,8% al 37,9%, dato che è compensato soltanto in minima parte nell’area di centrosinistra dalla crescita di SEL, ora al 3,8%.
Avanzano rispetto alla precedente rilevazione si Forza Italia, accreditata del 14,9%, che la Lega Nord, la quale raggiunge questa settimana il 11,4%, una delle percentuali più alte di sempre nelle intenzioni di voto per il partito ora guidato da Matteo Salvini. Sempre a destra dello schieramento, Fratelli d’Italia si attesta al 3,6%. Lievissima flessione per NCD-UDC, ora al 3%.
Complessivamente il centrosinistra, seppur in arretramento, risulta ampiamente in vantaggio attestandosi al 43,1% contro il 32,9% del centrodestra, questa settimana apparso in ripresa. Fuori dai poli si evidenzia una flessione per il MoVimento 5 Stelle, fra i grandi sconfitti delle regionali di ieri, che passa dal 20,4% al 19,6%.
Il sondaggio dell’istituto di Masia mostra, infine, un dato del 38,1% per quanto riguarda l’astensione (in flessione dell’1,2%), cui si aggiungono le “bianche” (2,7%) e una larga fetta di indecisi, pari al 16,2% (-2,4%): in totale il 57% dell’elettorato non esprime oggi un’intenzione di voto per un partito, un dato molto vicino a quello dell’affluenza di Calabria e Emilia Romagna.
La fiducia nei leader
Per concludere, i dati sulla fiducia nei leader politici mostra un appannamento per Matteo Renzi, ora al 35% (-2%), mentre cresce di un altro punto percentuale il dato di Matteo Salvini, che raggiunge il 21%. Stabili tutti gli altri, a iniziare da Silvio Berlusconi, “terzo” nella graduatoria ma fermo a un misero 16%. Beppe Grillo non va oltre il 14% della fiducia degli elettori.