Papa Francesco al Parlamento Europeo: non succedeva da 26 anni che un pontefice si recasse in visita a Strasburgo, l’ultimo era stato Giovanni Paolo II. Oggi ad accogliere Papa Bergoglio c’era il Presidente dell’Europarlamento Martin Schulz. Papa Francesco ha incontrato anche il Presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy, quello della Commissione Jean-Claude Juncker e Matteo Renzi, premier del paese di turno alla Presidenza del Consiglio Ue.
Le radici religiose
Francesco innanzitutto si è scagliato contro gli estremismi “che dilagano nel mondo odierno”, dai quali l’Europa potrebbe essere immune se tornasse a “cogliere la ricchezza e la potenzialità delle proprie radici religiose”. Gli estremismi, ha continuato il pontefice, prendono piede “per il grande vuoto ideale a cui assistiamo nel cosiddetto Occidente, perché è l’oblio di Dio e non la sua glorificazione a generare la violenza”.
Richiamo all’Europa
Gli europei sentono sempre più distanti le istituzioni continentali che appaiono “impegnate a stabilire regole percepite come lontane dalla sensibilità dei singoli popoli, se non addirittura dannose”, in pratica, “i grandi ideali che hanno ispirato l’Europa sembrano aver perso forza attrattiva, in favore dei tecnicismi burocratici delle sue istituzioni”.
Senza mezzi termini Bergoglio ha quindi aggiunto: “l’Europa non deve ruotare intorno all’economia, ma intorno alla sacralità della persona umana”. Il papa ha invitato gli eurodeputati “a mantenere viva la realtà delle democrazie”. La sfida per l’Europa sarà, allora, quella di evitare che “la loro forza reale sia rimossa davanti alla pressione di interessi multinazionali non universali, che le indeboliscano e le trasformino in sistemi uniformanti di potere finanziario al servizio di imperi sconosciuti”.
Contro l’uomo come bene di consumo
“Rimettere al centro dell’impegno delle istituzioni europee la difesa dei diritti umani e la dignità della persona” così si può riassumere un lungo passaggio del discorso di Francesco che ha descritto un’Europa “ammalata di solitudine”.
“L’essere umano rischia di essere ridotto a semplice ingranaggio di un meccanismo che lo tratta alla stregua di un bene di consumo da utilizzare” in modo che “quando la vita non è funzionale a tale meccanismo viene scartata senza troppe remore”. Questo è il risultato della “cultura dello scarto e del consumismo esasperato” che attraverso “l’assolutizzazione della tecnica” provoca una “confusione tra fini e mezzi”.
Lavoro e migranti
“Bisogna favorire le politiche per l’occupazione – ha detto ancora Bergoglio – ma soprattutto bisogna ridare dignità al lavoro, garantendo anche adeguate condizioni per il suo svolgimento”. Ciò significa “reperire nuovi modi per coniugare la flessibilità del mercato con le necessità di stabilità e certezza delle prospettive lavorative, indispensabili per lo sviluppo umano dei lavoratori”.
“Non si può tollerare che il Mar Meditarraneo diventi un grande cimitero – ha continuato Bergoglio – ci sono uomini e donne che necessitano di un aiuto”. Sotto accusa “l’assenza di un sostegno reciproco all’interno dell’Ue” che, avverte il Papa, “rischia di incentivare soluzioni particolaristiche al problema, che non tengono conto della dignità umana degli immigrati, favorendo il lavoro schiavo e continue tensioni sociali”.
Il commento di Matteo Renzi
“Un intervento profondamente condivisibile: un discorso politico, quando la politica è una cosa seria, con la P maiuscola” così Matteo Renzi ha commentato il discorso di Papa Bergoglio. “Sono assolutamente d’accordo – ha aggiunto il premier italiano – quando il Papa dice che occorre tenere insieme forme di flessibilità alla necessaria stabilità del posto di lavoro: è esattamente il senso di quello che stiamo facendo noi in Italia”.