Un accordo tra Romano Prodi e Massimo D’Alema. Sembra fantapolitica, alla luce di quello che, dai più, è sempre stato considerato come un rapporto ad alta tensione, dalla caduta del governo del ’98 sino ai 101 che un anno e mezzo fa stopparono l’ascesa del Professore al Quirinale. Tuttavia, secondo Il Giornale sarebbe proprio il fondatore dell’Ulivo il deus ex machina del presunto asse tra l’ex leader dei DS e Raffaele Fitto – svelato da Il Foglio – che mirerebbe a far deragliare il Patto del Nazareno tra il premier Matteo Renzi ed il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.
Prodi e il Quirinale, storia mai finita?
Secondo il quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi, la “fronda dei 29” sul Jobs Act rappresenterebbe un avvertimento al premier in vista delle prossime importanti scadenze: Italicum e Quirinale su tutte.
I 29 rappresenterebbero “l’avanguardia di un pezzo più ampio del corpaccione democrat che si prepara a combattere per impedire a Renzi di varare la legge elettorale maggioritaria prima delle dimissioni di Giorgio Napolitano”.
Secondo gli insofferenti dei due schieramenti – facenti capo appunto a Fitto e D’Alema – il varo dell’Italicum sarebbe il preludio ad elezioni anticipate, vero obiettivo di Renzi. Ciò – in previsione di un largo successo elettorale dell’ex sindaco di Firenze – porterebbe ad un parlamento “largamente renziano”, a cui spetterebbe il compito di nominare il successore di Giorgio Napolitano.
Rallentare l’Italicum
L’obiettivo della doppia fronda sarebbe quindi di rallentare l’Italicum, in modo da far saltare il Patto del Nazareno e allontanare le elezioni, permettendo a questo stesso Parlamento – in cui i renziani non sono certo maggioranza assoluta – di scegliere il successore del Capo dello Stato.
Ma perché proprio Romano Prodi? Secondo Il Giornale il Professore sarebbe il profilo ideale di “presidente in grado di «commissariare» il premier e di garantire agibilità politica all’ancien regime Pd”. E la sua dichiarazione preoccupata riguardo al forte astensionismo delle regionali di domenica sarebbe, sempre secondo il quotidiano, un avvertimento a Renzi.
I messaggi criptati
Secondo il quotidiano della famiglia Berlusconi, i messaggi criptati sarebbero diversi. Dal bersaniano Miguel Gotor che dichiara che “Serve un presidente forte, autorevole, autonomo e con uno standing internazionale, in grado di aiutare Renzi”, al senatore Massimo Mucchetti – vicino a Bazoli e Prodi – che avrebbe detto ai frondisti di FI di convincere l’ex Cav che “la pacificazione in Italia possono sancirla solo i condottieri dei due eserciti che si sono combattuti”. Su quali basi? “La grazia per Berlusconi, e il Quirinale per Prodi”.