“Sulle riforme e sul lavoro vado avanti come un treno”. Ancora una volta Matteo Renzi fa uso di una metafora per indicare la velocità con la quale ha intenzione di portare avanti le sue riforme. Dopo il taglio dell’Irpef, infatti, il premier si prepara a presentare al Consiglio dei Ministri la riforma della Pubblica amministrazione e le proposte d’intervento a sostegno delle famiglie.
Intanto oggi il mondo politico torna al lavoro, e l’approdo in Aula alla Camera del decreto lavoro (“Jobs act”), ha già scatenato dibattiti nella maggioranza. A scatenare le polemiche e i dissensi di Nuovo Centrodestra e Scelta Civica, le modifiche apportate al testo dal Pd in commissione.
I principali cambiamenti riguardano la possibilità di proroga dei contratti a tempo determinato che viene ridotta da 8 a 5 volte, per un periodo complessivo di 36 mesi; il ritorno all’apprendistato pubblico obbligatorio; il tetto massimo del 20% per i contratti a tempo determinato. Il decreto, ha dichiarato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, “non è stato stravolto in commissione”; e Renzi, nonostante le critiche di Ncd e Scelta civica, non cede. “E’ normale” ha dichiarato il premier “che ci sia da trovare un punto di sintesi” tra Pd e Ncd.
Il Ncd, però, promette battaglia se non si tornerà al testo originale, cancellando le modifiche apportate al testo in commissione. Lo annuncia Sergio Pizzolante, che specifica: “Sarà scontro. Se il Governo dovesse mettere la fiducia, lo scontro si sposterà al Senato, dove gli equilibri sono diversi”. Cosa che accadrà visto che nel vertice di maggioranza è stato deciso di porre la fiducia sul decreto (fiducia votata anche da Ncd che però avverte: “Daremo battaglia al Senato, sicuri che si arriverà ad una mediazione”). Il Decreto ha raccolto anche il parere favorevole della Commissione Bilancio. Assenti i parlamentari Ncd, Scelta Civica e Udc mentre hanno votato contro Forza Italia, Lega e M5s. Dopo la sospensione, sono arrivati, a quanto si apprende, undici deputati Pd di altre commissioni ‘in soccorsò viste le assenze dentro il gruppo.
Oggi Renzi sarà a Roma per lavorare al dossier sulla Pubblica amministrazione, da chiudere entro aprile. La riforma permetterà ai cittadini di dialogare con la Pa grazie ad un’identità digitale e a un pin.
Alessandra Scolaro