Un trasferimento di poteri che secondo alcuni è senza precedenti e secondo altri non va abbastanza lontano. La Commissione Smith, istituita all’indomani del referendum che in Scozia ha bocciato la proposta di indipendenza, ha reso pubbliche le sue proposte per garantire al Parlamento di Edimburgo maggiore autonomia: tasse, welfare e non solo.
La Commissione Smith
Le raccomandazioni della Commissione Smith, di cui fanno parte i rappresentanti di tutti i principali partiti scozzesi, oltre ad alcuni esperti, arrivano a pochi mesi dal referendum sull’indipendenza della Scozia, nel quale ha prevalso la posizione di chi ha preferito restare nella cornice della Gran Bretagna. Subito dopo i risultati, il premier David Cameron aveva istituito la commissione pubblica incaricandola di trovare un accordo per concedere maggiore autonomia al Parlamento scozzese. La Commissione Smith (dal nome di Lord Smith of Kelvin, il politico che ha condotto i colloqui) si è riunita per la prima volta a metà ottobre e ha elaborato una serie di proposte che convergeranno in un progetto di legge che sarà presentato all’inizio dell’anno prossimo.
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I punti dell’accordo
Il Parlamento scozzese potrà esercitare un peso maggiore nei negoziati con l’Unione europea. Potrà gestire con un maggior livello di autonomia le imposte sul reddito e potrà fissare soglie e aliquote. La Scozia sarà in grado di prendere decisioni in materia di giustizia e potrà amministrare direttamente i tribunali del lavoro. Potrà inoltre estendere il diritto di voto ai sedicenni già dalle prossime elezioni. La Commissione ha previsto anche una parziale devoluzione dell’Iva. Il Parlamento scozzese sarà reso permanente nella legislazione del Regno Unito.
“Un accordo senza precedenti”
“Si tratta di un accordo senza precedenti” ha commentato Smith, secondo il quale i risultati raggiunti dalla Commissione “renderanno il Parlamento scozzese più potente, più responsabile e più autonomo”. Smith ha parlato del più grande “trasferimento di poteri al Parlamento scozzese da quando questo è stato istituito”. Soddisfatto anche il premier Cameron: “Stiamo mantenendo le nostre promesse fatte al popolo scozzese, è un bel giorno per la Gran Bretagna”, ha scritto su Twitter.
Il parere dello Scottish National Party
Meno contento però sembra essere lo Scottish National Party, il quale aveva animato il fronte per l’indipendenza nelle settimane che avevano condotto al referendum: il partito prende il buono che è stato deciso, pur ritenendo che la Commissione Smith non si sia spinta fino in fondo. “Le proposte chiaramente non riflettono del tutto i desideri del popolo scozzese” ha dichiarato John Swinney, vice primo ministro di Scozia.
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