Per il Movimento 5 Stelle è ancora tempo di espulsioni. La fatwa di Grillo e Casaleggio questa volta è piombata sui deputati Massimo Artini e Paola Pinna. “I cittadini deputati Massimo Artini e Paola Pinna – si legge sul blog di Beppe Grillo – stanno violando da troppo tempo il codice di comportamento dei Parlamentari M5S sulla restituzione di parte dello stipendio liberamente sottoscritta al momento della loro candidatura”.
“Massimo Artini da gennaio ha applicato un sistema di rendicontazione personale dove, mancano all’appello 7.000 euro. Nonostante i solleciti del capogruppo e dello staff ad attenersi alle regole – prosegue il post – il cittadino deputato Artini continua a non utilizzare il portale online per le rendicontazioni e quindi a non restituire i rimborsi spese”. Analoga motivazione per Paola Pinna: “è inaccettabile che la cittadina deputata Paola Pinna non faccia bonifici sul fondo per il microcredito da quasi un anno al contrario di tutti gli altri parlamentari che hanno restituito una media di 50.000 euro a testa”.
Sulla permanenza dei due deputati all’interno del Movimento dovrà esprimersi il popolo della rete, al quale – come è noto – da sempre spetta l’ardua sentenza tramite la votazione online (aperta fino alle 19 di oggi).
Già da tempo i due parlamentari vengono additati come voci critiche all’interno del M5S. Con Artini le frizioni riguardavano la gestione della piattaforma mail dei parlamentari, coordinata proprio dal deputato. Di Paola Pinna, invece, si ricordano le critiche alla natura “autoritaria” della leadership di Grillo. Ma i due non sono gli unici a essere finiti nel mirino di Casaleggio ultimamente. Il nome del deputato Walter Rizzetto è ormai sul taccuino dei cattivi per aver imputato alla strategia del vertice M5S la responsabilità della debacle elettorale in Emilia Romagna.
La replica di Pinna
“Io le regole le ho sempre rispettate, i soldi li ho restituiti come previsto. Sono loro che le stanno violando visto che”, sulla procedura di espulsione, “non stanno passando per l’assemblea come previsto da Statuto M5S”. Così la deputata 5 Stelle Paola Pinna commenta a caldo, all‘Adnkronos, l’avvio della procedura di espulsione nei confronti suoi e del collega Massimo Artini. “Sanno benissimo che ho restituito – accusa Pinna – abbiamo chiesto dei chiarimenti rispetto al blog sulla adesione a ‘tirendiconto’ e stiamo solo aspettando delle risposte. Tutti i bonifici sono sul mio blog fino al mese di settembre, ‘paolapinna.it‘. Non è vero che non ho restituito, anzi: ho rendicontato fino a settembre, tre mesi in più rispetto all’aggiornamento dei dati sul blog di Grillo”.
Dunque, sul blog, “c’è scritto il falso, io la restituzione l’ho fatta puntualmente. Tutti i documenti, comprese le contabili dei bonifici, sono caricate sul mio blog”. I soldi restituiti da Pinna sono “in parte andati al fondo per le Pmi”, come previsto dal Movimento, “e in parte alla Caritas, perché ho ritenuto necessario che anche chi non possiede un’impresa, chi è disoccupato, venisse aiutato. Io li ho dunque destinati, in parte, anche alle persone che non possono rivolgersi a una banca per chiedere dei soldi e non hanno accesso a quel conto” per le Pmi. “Io le regole le ho sempre rispettate, loro le stanno violando”, ribadisce.
Pizzarotti al vetriolo
Sulla vicenda entra anche il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, ormai ai ferri corti con lo stato maggiore del Movimento da mesi. E con un tweet al vetriolo, liquida la decisione di Grillo.
Pinna e Artini ufficialmente fuori
La Rete ha deciso. Paola Pinna e Massimo Artini non sono più due “cittadini” del Movimento 5 Stelle. I risultati delle votazioni online, chiuse alle 19, hanno sentenziato: il 68,8% (19.436) ha votato a favore dell’espulsione, mentre i no sono stati il 30,2% (8.382). Hanno partecipato alla votazione 27.818 iscritti certificati.