Una personalità di alto profilo, possibilmente estranea al circo della politica. Potrebbe essere questo l’identikit del prossimo Presidente della Repubblica. L’ultimo a finire nel calderone del toto-nomi per la successione al Quirinale è Raffaele Cantone, il magistrato napoletano anticamorra che attualmente riveste il ruolo di Presidente Autorità Nazionale anticorruzione.
Cantone, un nome che piace a tutti
La nomina di Cantone all’Anac – come sottolinea Marco Damilano su L’Espresso – fu decisa all’unanimità (24 sì su 24) dai tre principali partiti: Pd, Forza Italia e Movimento Cinque Stelle. Uno schema che potrebbe ripetersi anche in occasione della prossima votazione per la massima carica dello Stato. E un nome, quello di Cantone, che piace a tutti, in particolare al M5S. Luigi Di Maio ha un rapporto personale con il pm, e poco importa se di recente Grillo lo ha definito “lo smemorato di Collegno”.
Gli indizi per la candidatura di Cantone
Gli indizi per una possibile candidatura di Cantone ci sono tutti. I grandi successi ottenuti nella lotta alla criminalità organizzata parlano per lui. E da quando il suo occhio vigila sull’Expo non sono più emerse storiacce di corruzione. Inoltre, la totale estraneità di Cantone alle vicende politiche farebbe di lui una figura poco ingombrante per il premier Renzi e, di conseguenza, scarsamente incline a quell’interventismo a cui Napolitano ci ha abituati.
Ultimo particolare: le pochissime interviste (solo due) rilasciate da Cantone negli ultimi tempi. Una scarsa esposizione mediatica, si sa, è sempre un ottimo preludio alla candidatura.