Ieri il Presidente del Messico Enrique Pena Nieto ha annunciato che la “lotta contro l’impunità” è diventata l’obiettivo principale del suo mandato. Il governo di Città del Messico cerca di reagire all’ondata di indignazione che sta attraversando il paese dopo la scomparsa di 43 allievi maestri nello stato del Guerrero.
Il consenso politico di Pena Nieto si sta velocemente sfaldando a causa dell’inadeguatezza mostrata sul versante sicurezza: per questo il Presidente ha deciso di varare un pacchetto di riforme volte a contrastare la violenza e la corruzione abbondantemente diffuse a tutti i livelli della società messicana.
Le riforme
“Dopo la tragedia di Iguala, il Messico ancora una volta sarà messo alla prova – ha detto con tono solenne Pena Nieto in un discorso rivolto alla nazione – ma non si può andare avanti così, per cui mi assumo la responsabilità della lotta per liberare il paese dal crimine; porremo fine all’impunità e puniremo tutti i responsabili della tragedia di Iguala”.
Per vincere questa sfida, il Presidente partirà dallo scioglimento della Polizia Municipale. Le sue 1800 sezioni verranno smobilitate, i circa 170mila agenti che la compongono verranno integrati nei 32 corpi di Polizia Statale. I primi stati a essere interessati della riforma saranno quelli di Guerrero, Jalisco, Michoacán e Tamaulipas. “Questa riforma comporterà delle spese enormi – ha commentato sempre Pena Nieto – per questo pensiamo che la transizione amministrativa debba essere condotta prima nelle zone maggiormente in difficoltà”.
Insieme al giro di vite riguardante le forze dell’ordine locali verrà varato un provvedimento che permetterà alle autorità federali di prendere il controllo dei comuni infiltrati dai cartelli criminali. Il caso di Iguala ha definitivamente dimostrato l’urgenza di questo tipo di misure legislative. Nella lista delle 79 persone arrestate fino ad ora, perché a vario titolo responsabili del rapimento dei 43 allievi maestri rurali, compaiono sia il capo della polizia sia il sindaco della città: entrambi erano sul libro paga dei narcotrafficanti del gruppo “Guerreros Unidos”.
Il problema sicurezza
Secondo le statistiche più aggiornate, il 90% dei messicani considera la polizia come l’istituzione più corrotta del paese. In Messico ogni giorno si registrano circa 63 omicidi, 20 sparizioni e 5 rapimenti. Il 97% degli omicidi rimane senza colpevole, inoltre, secondo Human Rights Watch non viene pronunciata una sentenza risolutiva per un caso di sparizione dal 2006.
Il quadro è quello di un sistema giudiziario nel suo complesso fallito: secondo uno studio dell’Istituto Nazionale di Statistica messicano solo il 2% dei sequestri viene denunciato. La diffidenza verso la polizia è molto diffusa tra i cittadini, d’altronde è noto che gli agenti non sono solo corrotti ma spesso addirittura organici alla criminalità organizzata. Negli ultimi 5 anni sono stati arrestati 2500 uomini della Polizia Municipale per il loro coinvolgimento in reati gravi.