La deposizione della D’Addario si è conclusa tra le lacrime. È stata la riproduzione di una telefonata risalente al 2 ottobre 2008 a convincerla ad abbandonare l’aula. Nella telefonata la D’Addario si accordava con Massimiliano Verdoscia, braccio destro di Tarantini, sul compenso per una prestazione sessuale.
Il processo davanti al Tribunale di Bari
La D’Addario, escort barese 47enne, figura come testimone nel processo che vede imputati, tra gli altri, lo stesso Verdoscia e Gianpaolo Tarantini. I reati loro contestati sono, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento, favoreggiamento e induzione alla prostituzione: 26 le donne coinvolte, tra le quali alcune escort. I fatti risalgono al periodo che intercorre tra il 2008 ed il 2009 quando, nelle case dell’allora premier Silvio Berlusconi, impazzavano gli ormai noti festini.
L’escort barese ha dichiarato di essere stata due volte a palazzo Grazioli, residenza romana di Berlusconi, su richiesta di Tarantini. Al primo appuntamento, che risale al 26 ottobre 2008, la D’Addario si limitò a partecipare soltanto alla cena “nonostante le pressioni di Gianpaolo e del Presidente”. La seconda volta, il 4 novembre dello stesso anno, l’escort barese accettò di trascorrere la notte con l’allora Presidente del Consiglio. Il motivo del ripensamento lo si evince dalla deposizione della D’Addario.
La D’Addario in fuga da Palazzo Grazioli: “Io di orge non ne ho mai fatte in vita mia”
“A un certo punto della prima serata trascorsa a Palazzo Grazioli il presidente Berlusconi mi prese per mano e mi portò insieme ad altre tre ragazze, Clarissa, Licia e un’altra di cui non ricordo il nome, a vedere le altre stanze dell’edificio. In una di queste ci siamo sdraiati tutti sul letto. Il presidente mi accarezzò la mano e mi strinse per un braccio. Con l’altro stringeva Licia. Poi mi sentiii toccata e in un posto del corpo dove non volevo. Allora mi sono alzata e sono scappata in bagno perché io di orge non ne ho mai fatte in vita mia”. Lì in bagno la raggiunse Berlusconi che provò a calmarla mostrandole “un libro con tutte le ville che possiede nel mondo”.
La seconda volta a Palazzo Grazioli
“Nella seconda occasione la sala era vuota” ma il problema affollamento non tardò a ripresentarsi. La D’Addario racconta: “Berlusconi cominciò ad accarezzarmi le gambe davanti alle altre ragazze e alle guardie del corpo in modo esplicito. Mi guardavano tutti. Ero imbarazzata. Scappai di nuovo in bagno e allora Berlusconi mi raggiunse da solo, gli altri erano andati via, compreso alla fine Tarantini, e il presidente fu molto dolce mi portò in camera da letto”. Qui l’escort precisa: “Decisi di rimanere perché era l’occasione della mia vita. Avrei risolto definitivamente i miei problemi economici a Bari”.
I problemi economici di cui parla la D’Addario riguardano la costruzione di un residence. “Quella notte ricevetti la promessa di un suo interessamento per risolvere la mia questione edilizia a Bari” ammette l’escort barese. Un problema del quale lei non aveva mai parlato con Berlusconi. Un’informazione cercata e trovata dall’ex Cavaliere evidentemente per via indiretta. Ma l’interessamento di Berlusconi alla quella questione non si concretizzò mai. E fu proprio questo il motivo che spinse la D’Addario a denunciare, a mezzo stampa, lo scandalo dei festini.
I retroscena che la D’Addario ha raccontato al Tribunale di Bari davanti ai sette imputati, tra i quali Tarantini e, la cosiddetta “ape regina” delle feste, Sabina Beganovic, sono alquanto sconcertanti. “Gianpaolo Trantini mi ha dimezzato il cachet per la serata a Roma, prima di andare a Palazzo Grazioli, da 2000 a 1000 euro perché mi ero rifiutata di andare a letto con lo stesso Tarantini”. Addirittura, in occasione della sua seconda serata a casa di Silvio Berlusconi, la D’Addario racconta che l’ex Cavaliere declinò l’invito alla cena in ambasciata per l’elezione di Barak Obama per presenziare al festino. Inoltre “poco prima aveva lasciato in tutta fretta il presidente Napolitano, sempre per raggiungere noi: me, Barbara Montereale, Lucia Rossini e Gianpaolo Tarantini”.
La candidatura alle Europee e la promessa di un ruolo a Roma
Dopo le cene con Berlusconi, “Gianpaolo Tarantini mi propose la candidatura alle elezioni Europee del 2009” dichiara la D’Addario. Inoltre, l’imprenditore pugliese le aveva assicurato che Berlusconi si sarebbe impegnato per assegnarle un ruolo importante a Roma. “Ma sono stata presa in giro” ha ammesso l’escort barese che ha poi spiegato: “Portai il mio curriculum all’autista di Gianpi, Dino Mastromarco. Poi però il mio curriculum non è mai arrivato a Roma. Un giorno mi ha chiamato Tato Greco, grande amico di Tarantini e coordinatore de “La Puglia Prima di Tutto”, partito che fa riferimento all’ex ministro Raffaele Fitto, e mi ha offerto la candidatura alle amministrative per il Comune di Bari”. Progetti andati in frantumi grazie alla lettera dell’ex moglie di Berlusconi, Veronica Lario, che denunciava le abitudini serali dell’allora premier.
D’Addario: “Il Presidente era interessato a me”
Fu insomma un forte interessamento di Silvio Berlusconi nei confronti di Patrizia D’Addario a convincere l’escort barese a tornare a Palazzo Grazioli nonostante il poco gradito spettacolo cui aveva assistito la prima sera. “Le ragazze erano tutte svestite, alcune senza slip. Forse l’unica vestita ero io” ha dichiarato. E ha aggiunto: “Gianpaolo mi disse che il presidente era interessatissimo a me. Avevo fatto colpo su di lui. Mi voleva rivedere. Aveva capito che la prima volta ero andata via perché c’erano altre ragazze e che non volevo partecipare a un’orgia”. Di lì la lunga notte trascorsa sul letto che, a detta della D’Addario, era stato regalato all’ex Cavaliere da Vladimir Putin. “Io registrai tutto quello che accadde con il mio telefonino: avemmo rapporti, parlammo a lungo e lui mi dedicò anche delle poesie. Mi disse che avrebbe cambiato la mia vita, che mi avrebbe aiutato per costruire il residence e aggiunse che gli uomini non erano tutti uguali”. Un’esperienza, quella della escort barese conclusasi con la colazione in compagnia di Berlusconi. Poi le promesse svanite e la denuncia.