Ue Renzi “Cambi verso o diventa cenerentola del mondo”. Intervenendo alla 52esima riunione plenaria della Cosac, il premier ha lanciato un nuovo monito all’Ue.
“Il mondo corre, anche se un po’ più piano e l’Europa è in una fase di sostanziale stagnazione, a crescita quasi bloccata”. È stata questa la premessa di Renzi. Ma il premier si tiene ben lontano dall’usare l’Ue come alibi e ha precisato: “Sappiamo che dobbiamo fare le riforme che abbiamo iniziato”. E ha poi aggiunto: “L‘Unione europea non può diventare solo un terreno di scontro fra ragionieri che ragionano dello ‘zero virgola’ ma deve diventare la casa della politica di tutti altrimenti nessuno avrà un futuro”. Sul piano Junker, Renzi pare soddisfatto, anche se ha ammesso: “A nostro giudizio va rafforzato e incoraggiato: c’e’ ancora un po’ di timidezza nell’affrontare la sfida degli investimenti”.
Ue Renzi “Grave problema di disaffezione”
La crisi dell’Europa non è solo economica e Renzi lo sa bene: “L’antieuropeismo è un movimento che sta crescendo in tutti i paesi. Esiste un grave problema di disaffezione”. Ed è proprio per questo che serve un segnale di svolta. E il premier italiano, a riguardo, ha citato l’accordo di libero scambio sottoscritto dall’Ue con gli Usa: “Avrei voluto correre di più” ha dichiarato. Ma ciò nonostante, Renzi si è detto soddisfatto del semestre di presidenza italiano dell’Ue, anche se la fase di “transizione ha caratterizzato nel bilancio del semestre un rallentamento dei dossier: larga parte del tempo è stata dedicata allo sblocco dello stallo istituzionale”. Ha ribadito poi la ferma fedeltà dell’Italia al Patto di Stabilità precisando: “Non si chiama solo Patto di stabilità, ma anche di crescita”.
Renzi come Alfano “Accoglienza indiscriminata favorisce razzismo e xenofobia”
Sull’immigrazione poi, Renzi fa eco a quanto è stato già detto nei giorni scorsi dal ministro dell’Interno Alfano: “L’accoglienza indiscriminata favorisce il razzismo e la xenofobia: dobbiamo avere regole ed il Mediterraneo non può essere un cimitero, considerato una frontiera lontana dall’Europa”. E anche in questo caso è chiaro il monito lanciato all’Ue: “Serve una politica del Mediterraneo oppure non ci sarà battaglia vincente all’immigrazione selvaggia”.
E il premier non ha fatto mancare l’ennesimo attestato di fiducia nei confronti dell’Italia e delle riforme che il suo Governo sta approvando: “Io credo che l’Italia stia cambiando. Non ha paura di cambiare”. E ha nuovamente precisato: “Noi sappiamo che dobbiamo attuare il processo delle riforme che abbiamo iniziato, da quella del lavoro alla giustizia, fino alle riforme costituzionali e la legge elettorale”.