Che l’ingegner Carlo De Benedetti non fosse proprio un nemico del premier Matteo Renzi lo avevano capito in molti. Basta sfogliare Repubblica per capire che la dura opposizione di Eugenio Scalfari all’ex sindaco di Firenze è nettamente minoritaria a Largo Fochetti. Eppure gli endorsement espliciti sono arrivati solo negli ultimi giorni. Prima con l’intervista di Aldo Cazzullo al Corriere della Sera di due settimane fa e poi ieri sera da Fabio Fazio a Che tempo che fa. “Ha quattro doti straordinarie- ha detto Benedetti riferendosi al premier- è un eccellente politico, ha una prontezza straordinaria, ha un’empatia e una comunicazione non comuni”. Prima, ammette, pensava ad un “Berlusconi-bis, poi l’ho conosciuto bene e ho cambiato idea”.
Naturalmente la folgorazione sulla via di Damasco è stata lunga e tortuosa. Basti pensare che solo due anni fa a Servizio Pubblico, quando il giovane sindaco di Firenze preparava la scalata al Partito Democratico, Benedetti diceva di lui: “Non credo che il Pd abbia bisogno di ‘rottamatori’ come Renzi: abbiamo già avuto Berlusconi… non ci serve un Berlusconi di sinistra (08-03-2012). Poi, due anni di silenzio. Sono cambiati tre governi, tutti peraltro sostenuti dalla stessa maggioranza, ma le strategie sono mutate radicalmente. D’altronde, l’ingegnere non si concede molto facilmente alla stampa. Ma quando lo fa, non è mai banale.Ritorna a parlare del premier prima delle scorse europee. Sempre con Giovanni Minoli. Prima al Festival della Tv di Dogliani dice: “Su Renzi ho cambiato idea, non è furbo ma intelligente”(02-05). Poi, tre giorni dopo, attacca a testa bassa: “Gli 80 euro in tasca agli italiani sono uno spot elettorale” (05-05).
Nel frattempo il rottamatore fa il pieno di voti alle Europee (40% su 57% di votanti). Una “vittoria storica” titolano tutti i giornali, e giù fiumi d’inchiostro sul risultato che non si vedeva in Italia dai tempi della Dc. Veltroni nel 2008 aveva preso più voti numericamente, ma, si sa, l’astensione annebbia anche le menti. La “vocazione maggioritaria” del premier, gli annunci, le slide, il giubbotto di Fonzie, intanto fanno innamorare l’ingegnere. A Cazzullo dice: “Renzi è un fuoriclasse. Per quattro motivi. Innanzitutto, è molto intelligente”. Poi paragona la sua energia al “Fanfani degli Anni ‘50”. Terzo motivo: l’empatia. “dicono che Renzi ricordi Craxi, per decisionismo e abilità politica; Craxi però era antipatico.” Quarto e ultimo: “Renzi è una spugna. Di economia non sa molto; ma in un attimo assorbe tutto. È veloce e spregiudicato”.
Ieri, intervistato da Fabio Fazio, ha ribadito gli stessi concetti. Anche se quello degli 80 euro “è stato uno spot elettorale formidabile che gli ha procurato un successo mai raggiunto dal Pd”. Il rimprovero arriva sulla legge di stabilità che, a suo avviso, “non serve a niente” perché “impiccati al 3% non si fanno le riforme, le riforme a costo zero non esistono”. Ergo: bisogna fregarsene della Merkel e sforare il rapporto deficit/Pil. Insomma, De Benedetti boccia gli unici due provvedimenti economici del governo Renzi. Ma, per lui, rimane pur sempre “un eccellente politico”.