Alemanno indagato, 37 arresti a Roma
Gianni Alemanno indagato nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Roma contro un’organizzazione di stampo mafioso che ha portato a 28 arresti. Un “ramificato sistema corruttivo” in vista dell’assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici dal comune di Roma e dalle aziende municipalizzate: è quanto emerso dalle indagini del Ros che ha portato ad una serie di arresti e perquisizioni a Roma. Tra gli arrestati anche l’ex amministratore delegato dell’Ente Eur, Riccardo Mancini e l’ex terrorista dei Nar, Massimo Carminati.
Regione Lazio e Comune di Roma, perquisizioni in corso
Perquisizioni sono in corso alla Regione Lazio e in Campidoglio. I carabinieri del Ros stanno acquisendo documenti presso gli uffici della Presidenza dell’Assemblea Capitolina e presso alcune commissioni della Regione Lazio. Il documentato ramificato sistema corruttivo finalizzato a ottenere l’assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici dal comune di Roma e dalle aziende municipalizzate, con interessi anche nella gestione dei centri di accoglienza per gli immigrati. Conferenza stampa alle 15,30 presso il comando provinciale dei carabinieri di Roma.
Gianni Alemanno indagato, perquisita abitazione
Oltre alle perquisizioni negli uffici della Regione e del Campidoglio è stata perquisita anche la sua abitazione. Beni per un valore di 200 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’indagine del Ros che ha portato a sgominare un sodalizio mafioso da anni radicato nella Capitale e facente capo a Massimo Carminati. Tra i 100 indagati nella maxi inchiesta su un intreccio tra mafia e politica a Roma compare anche il nome di un assessore in Campidoglio, Daniele Ozzimo (Pd), assessore alla casa, che si è dimesso. “Sono estraneo ai fatti ma per senso di responsabilità rimetto il mio mandato”, ha dichiarato Ozzimo.
Le reazioni
“Quello che sta emergendo è un quadro inquietante – ha commentato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – E’ un bene che la magistratura sia impegnata a fare piena luce. Con sempre più forza bisogna proseguire, ognuno nei propri ambiti, sulla via della legalità senza se e senza ma”. “E’ un’inchiesta che certifica il profondo inquinamento delle istituzioni, al di là delle vicende dei singoli, e che conferma sempre di più la presenza di una cupola criminale con le mani sulla città. Il sistema mafioso corruttivo svelato oggi impegna subito chi ha responsabilità amministrative e politiche ad assumere urgenti misure nella lotta alla criminalità e alla corruzione – si legge in una nota dell’Ufficio di Presidenza di Libera – Siamo convinti che accanto alla repressione e gli strumenti giudiziari, è necessario il risveglio delle coscienze, l’orgoglio di una comunità che antepone il bene comune alle speculazioni e ai privilegi, contrastando in tutte le sedi la criminalità organizzata e i suoi complici”.